Riprendiamo il concetto:
esistono delle “regole” a prova di cretino per realizzare un buon
investimento.
“A prova di cretino” non certo nel senso che qualunque cretino possa arricchirsi a rischio zero in poco tempo.
“A prova di cretino”, ad esempio, nel senso che occorre
“longare bassi” ed uscire in fretta “più alti” in modo da rimanere il minimo
possibile sul mercato e quindi rischiare il minimo possibile che questo inverta
rotta e ti lasci col cerino in mano.
“A prova di cretino”, ad esempio, nel senso che quando un
titolo, o, più in generale, un settore o l’intero mercato sono “frenetici” e
“indecisi” sulla direzione da prendere, è cosa buona e giusta “rimanerne
fuori”, ossia, come dicono gli addetti ai lavori, “in liquidità” (=“100% cash”,
ossia zero dollari investiti su titoli).
“A prova di cretino”, ad esempio, nel senso che quando un
titolo, un settore o un intero mercato crollano per notizie che hanno sempre
questo effetto, tipo “downgrade”, è cosa buona e giusta “shortare”, ossia,
appunto, investire sul trend di discesa.
Il problema è che la maggior parte di queste “regole a prova
di cretino” si scontrano con gli interessi della mafia bancaria (=”controllo
assoluto dei movimenti di capitali”), talmente potente da decidere quali
governi far cadere (perché i nani trombano troppo) e quali far prosperare
(perché ti pagano i debiti delle banche), quindi quali politiche perseguire e
quali affossare, soprattutto in campo economico, tanto da riuscire, come per il
MontePaschi, a rubare 50 miliardi di euro (conti di Beppe Grillo) in pochi
anni, per poi “farsi salvare” coi nostri soldi dalle “manovre-Monti” prima, e
“di larghe intese” ora.
Per “controllare i movimenti dei capitali”, si sono
inventati ferree regole di “ingessamento” degli investimenti esattamente
opposte a quelle “a prova di cretino” di cui sopra (“tutti fermi con tutti i
soldi negli investimenti sbagliati e per lungo tempo”), poi, ciliegina sulla
torta, hanno chiamato queste “trappole per topi” col nome altisonante e
“minatorio” di “investimenti autorizzati UE”, in modo da indurre le terze medie
a pensare di rischiare la galera se dovessero al contrario decidere per un “non
autorizzato UE”….. e se poi ti arriva la finanza a casa?.....
Secondo passo della “trappola per topi”: una banale “statistica
a posteriori” sull’andamento del lontano passato dei titoli del mercato,
denominata “analisi tecnica”, è stata trasformata nell’inconscio collettivo in
una “sfera di cristallo” dai poteri predittivi, ossia un “insieme di regole”
(…..) che, come nel gioco del lotto, permettono di guardare al passato e
prevedere cosa accadrà nel futuro….. peccato che, statistiche alla mano, “ci
prendano” esattamente come i guru del lotto…………
Oltre a “non
prenderci”, l’analisi tecnica permette ai gestori degli investimenti di crearsi
un alibi di ferro per le proprie stronzate sul mercato….. “….lo diceva
l’analisi tecnica, mica io, che bisognava comprare parmalat….. quindi li
abbiamo comprati tutti…….”
In poche parole, “tutti fermi, in balia del mercato, con
tutti i soldi, per lungo tempo, e negli investimenti decisi da una sfera di
cristallo rotta”…………………..
La realtà è che con un investimento non autorizzato UE non
si va in galera, semplicemente si possono utilizzare strategie alternative a
quelle “consigliate” dalla mafia bancaria europea, purché lo si dichiari nel
suo prospetto informativo.
Ovviamente, il fatto di poter seguire le regole “a prova di
cretino” anziché quelle per risanare il MontePaschi dai comunisti, non
significa automaticamente “guadagnarci di più, ma solo poter utilizzare tutti
gli strumenti (non solo il gesso) e le strategie (non solo la sfera di
cristallo rotta) migliori su tutti i mercati, ossia, se sei capace vai
sicuramente molto meglio degli ingessati, se non sei capace, che Dio te la
mandi buona…..
Tutti vorrebbero investire oggi un milione di dollari su un
titolo, ed averne 2 domani senza aver rischiato nulla.
Questa stronzata “tempo/gain/rischio” non riesce a prevederla
nemmeno la sfera di cristallo rotta dopo una colossale sniffata.
Quello che si può invece fare facilmente, è rimanere il
tempo minore possibile su un titolo per rischiare il meno possibile che una
qualunque situazione di mercato ne inverta la tendenza e ci lasci nella bufera
col cerino in mano.
Quindi tante micro-operazioni con capitali (e quindi
guadagni) via via singolarmente irrisori, ma che sommandosi nel tempo possono
divenire importanti.
Ad esempio, quando un titolo importante, come ad esempio
AMD, “crolla del 10%”, sempre ad esempio da 5$ a 4,50$ (accaduto decine di
volte nella storia di AMD), è facile prevedere un “rimbalzino tecnico”, magari
intorno a 4,55$ nelle ore successive di
contrattazioni, quindi si acquista a 4,50 con target=obiettivo a 4,55
Se tale “rimbalzino” da 4,50 a 4,55 avviene poco
tempo dopo senza “scossoni”, chiudiamo, guadagniamo (poco) e scappiamo senza
rimpianti, lasciando ad altri l’eventuale patata bollente (statisticamente
sempre dietro l’angolo).
Se dopo il nostro primo acquisto il titolo continua
purtroppo a scendere, ad esempio a 4,40$ , senza aver raggiunto il nostro
target di uscita, possiamo effettuare un secondo acquisto a tale quotazione,
che ci permette quindi di “mirare” ad un target di uscita ovviamente inferiore.
In altre parole, “seguiamo” la discesa del titolo con
successivi acquisti che ci permettono di continuare ad abbassare
conseguentemente il nostro “obiettivo”, che quindi verrà raggiunto in un tempo
minore.
Questa è la strategia del “minimo rischio”=”massima
tranquillità”, poiché mira a rimanere per la maggior parte del tempo “fuori dal
mercato”, per poi entrarvi solo miratamente e per il minor tempo possibile.