giovedì 30 dicembre 2010

La corsa all'energia. I Paesi confinanti credono sempre più nell’atomo

 
La corsa all'energia. I Paesi confinanti credono sempre più nell’atomo"del Dr.Franco Battaglia
Notizia fresca di giornata: gli svizzeri progettano due nuove centrali nucleari. Ne hanno già cinque ma, lungimiranti come sono, ne vogliono una ogni milione di abitanti, per garantirsi maggiore sicurezza di approvvigionamento energetico. Che è il vero problema del prossimo futuro.
 E da noi che si fa? In politica energetica questo governo sta facendo bene, ma non è facile: bisogna recuperare un quarto di secolo di letargo, durante il quale non solo si è dormito, ma si è permesso anche che popolo ed opinione pubblica cadessero nello stato ipnotico indotto dall'illusionismo ambientalista.
Il quale a cadenza fissa non fa mancare proposte fantasiose e bizzarre, spesso condensate in uno slogan, molto sexy e non meno bizzarro. Non so se rammentate, ma otto anni fa erano tutti eccitati per l'idrogeno, col Corsera che andò addirittura in orgasmo titolando in prima pagina: «Energia dall'acqua!». Né potete aver dimenticato quando Prodi sentenziò che «la prima fonte d'energia è il risparmio». Già: come la dieta è la prima fonte di nutrimento. Per altri ancora, il massimo della goduria si raggiunge quando «si coniuga (sic) - risparmio con efficienza», con ciò manifestando piacere nel coltivare anche stravaganze lessicali. L'efficienza energetica è un'ottima cosa, ma inevitabilmente comporta aumenti dei consumi d'energia, cioè aggrava il problema della necessità di approvvigionarsi d'energia.
La bomba sexy di questi tempi pare sia la parola mix. L'idea fissa è questa: ogni tecnologia disponibile deve contribuire alla produzione elettrica. La parola suona anche democratica e ciò forse spiega com'è che, ancorché piccola e innocente, o forse proprio per questo, vadano tutti matti per essa. Siccome penso che sia cruciale raffreddare gli animi, mi appresto a farlo, anche se qualcuno dovesse rimanerne deluso.
Bisogna comprendere che nella produzione elettrica alcune tecnologie devono essere ignorate, per la semplice doppia ragione che sono un fallimento tecnico ed economico. Principe di queste è il fotovoltaico: dimostrarne il fallimento economico è un gioco da ragazzi. Vorremmo, dunque, che esso partecipi al mix energetico. Quanto? Manteniamoci bassi: 1%. Il che significa che dei 40 GW (gigawatt) elettrici che consumiamo, 0.4 vorremmo produrli col fotovoltaico. Allo scopo, dovremmo installare 4 GW di pannelli e impegnare 25 miliardi. Ma con questa cifra si installano 12 GW nucleari, che producono 10 GW elettrici, pari al 25% del nostro fabbisogno. Vedete bene che un contributo del fotovoltaico anche del solo 1% al mix energetico sarebbe per l'economia un tale crollo da risultare arduo poi ricomporla.
Dimostrare il fallimento della tecnologia è invece un gioco da bambini: 100 GW fotovoltaici consentirebbero la chiusura di anche 1 solo gigawatt, che so, a carbone? Oppure, eviterebbero l'installazione di 1 GW nucleare? No, perché gli impianti fotovoltaici è come se non ci fossero quando non sono baciati dal sole, cosa che accade dal tramonto all'alba, sempre, e dall'alba al tramonto se è nuvolo o se i pannelli sono sommersi dalla neve. Insomma, installare impianti fotovoltaici è assolutamente ininfluente. Il che spiega perché gli svizzeri installano reattori nucleari e non tetti fotovoltaici.

Nel mix vanno allora incluse solo le tecnologie che funzionano: idroelettrico, nucleare, carbone e gas, con porzioni che dipendono da diversi fattori e che variano da Paese a Paese. In generale, però, tre sono i criteri consolidati cui attenersi. Primo, proibire fotovoltaico ed eolico. Secondo, compatibilmente con l'orografia locale, massimizzare la quota di idroelettrico. Terzo, ripartire il restante fabbisogno tra nucleare per soddisfare la richiesta di base, carbone per soddisfare la richiesta superiore a quella di base ma pur sempre nella norma, e gas per aiutare l'idroelettrico a soddisfare la richiesta di picco.
Noi dovremmo allora soddisfare il 50% col nucleare, il 30% col carbone, il 10-15% con l'idroelettrico, il 5-10% col gas. Dovremmo insomma avere 30 reattori nucleari, raddoppiare gli impianti a carbone e chiudere molti di quelli a gas. Insomma, bisognerebbe fare esattamente il contrario di quel che abbiamo fatto finora grazie ai Prodi Verdi. Non a caso la bolletta elettrica italiana è, con tasse o senza tasse, la più alta al mondo.

Da gennaio le tradizionali buste della spesa saranno sostituite da quelle eco compatibili

 
Da gennaio le tradizionali buste della spesa saranno sostituite da quelle eco compatibili"Dr.Franco Battaglia
  Da gennaio le tradizionali buste della spesa saranno sostituite da quelle eco compatibili: per gli ambientalisti sono riutilizzabili e inquinano meno. Eppure per sbugiardarli basta poco: una piccola bottiglia per esempio...
Mi propongo ministro all'Ambiente. E, per essere sicuro di non essere preso sul serio, con un unico punto in programma: chiudere il ministero omonimo. E chiudere, con esso, gli assessorati all'Ambiente di comuni, province e regioni. Centinaia di strutture che sono pleonastiche, se ci va bene. Ma troppo sovente ci va male, e così troppo sovente sono, quelle strutture, dannose. Ove c'è qualcuno che vorrebbe avviare un'attività produttiva, ecco che ti piomba il ministero o, come vuole il caso, l'assessorato, dell'Ambiente col preciso compito di renderla improduttiva. Accanto alle attività primarie, secondarie e terziarie (agricoltura, industria e servizi) cui la maggior parte di noi è dedita, vi sono le «attività quaternarie», il cui obbiettivo è uno solo: distruggere tutte le altre attività.
Orbene, a differenza di tutti gli altri, che cercano di regolare attività produttive, i ministeri e assessorati all'Ambiente esistono per regolare le «attività quaternarie». La molla ufficiale delle loro azioni sarebbe la difesa dell'ambiente, ma difficilmente esse hanno avuto qualche influenza positiva, anche minima, sull'ambiente. Le influenze negative, invece, si sprecano. La regola che seguono per decidere quale azione intraprendere è questa: per affrontare un problema - spesso presunto - trovare e perseguire tenacemente la soluzione - si fa per dire - che richieda il massimo dei costi col minimo dei risultati.
L'ultima che si sono inventata sarebbe di voler abolire le buste di plastica. Non chiedetemi quali, perché non l'ho capito.
 Quelle della spesa? Quelle del pattume? Non lo so, forse entrambe. Le associazioni ambientaliste tifano per le buste da spesa eco-compatibili perché sono riutilizzabili. Chissà mai perché non si possano riutilizzare quelle di plastica. E quanto alle buste per il pattume, una volta nell'inceneritore, quelle di plastica fanno la stessa fine di quelle ecologiche o presunte tali. Ammesso e non concesso che la fine che fanno le prime sia dannosa e che sia virtuosa la fine che fanno le seconde, quel che manca in queste proposte è la cognizione delle dimensioni dei problemi, in questo caso infime. In un sacco di 5 kg di pattume che va a finire nell'inceneritore, il sacco medesimo peserà - quanto? - 30 grammi. Una sola bottiglia in Pet dentro quel sacco vanificherebbe ogni sforzo a sostituire il contenitore non-eco (o presunto tale) con uno eco (o presunto tale). Insomma, possiamo dire che queste buste (presunte) eco sono quella cosa che con la quale o senza la quale si rimane tali e quali.
Ci dicono che anche le bottiglie andrebbero sostituite. Non le vogliono di Pet ma di Pla. Entrambi polimeri, ottenuti dal petrolio il primo e da un processo agricolo il secondo. Ma siccome l'ignoranza ambientalista ha deciso che l'agricoltura è natura e che tutto ciò che è natura è buono per definizione, allora viva il Pla e abbasso il Pet. Se ci pensiamo bene, invece, non solo l'agricoltura non è natura, ma è il petrolio ad essere natura. Inoltre, non è neanche vero che tutto ciò che è natura è buono per definizione: anzi, di solito succede il contrario. L'agricoltura è una delle più fantastiche conquiste dell'ingegno umano, senza il quale alcun prodotto agricolo neanche esisterebbe. E il petrolio è una delle più fetide schifezze mai prodotte da madre natura, che solo l'ingegno umano ha saputo elevare a preziosa risorsa, grazie alla chimica, che è una benedizione dell'umanità. Ma, come ben sappiamo, tutte le benedizioni per l'umanità sono avversate dagli ambientalisti, i quali hanno l'umanità in uggia. Quando oltre 25 anni fa nacquero in Germania i primi Verdi, cominciarono subito a far danni, imponendo il bando del Pet a favore del vetro. Il pregiudizio su Pet e vetro era la riciclabità di questo ma non di quello, mentre è vero quasi il contrario. Dal vetro riciclato si produce vetro scuro, di commerciabilità limitata; mentre il Pet può riciclarsi quasi all'infinito con fantastica versatilità (da poche bottiglie di cola si può produrre una maglietta di pile) e, grazie all'elevato potere calorifico, in un inceneritore produce energia evitando di bruciare gas o petrolio. E, a questo proposito, va detto che se per produrre 1000 bottiglie in Pet occorrono 100 litri di petrolio, per produrre le stesse in vetro di litri di petrolio ne occorrono 250.
 Non a caso i tedeschi, negli anni, hanno soppresso quel bando. Insomma, ad essere ambientalisti virtuosi si dovrebbe preferire il Pet al vetro, contrariamente ai consigli dei ministeri e degli assessorati all'ambiente. Meglio chiuderli.

Dr.Franco Battaglia

mercoledì 29 dicembre 2010

100% liquidità
CHIUSA LONG CIEN
CIEN Short 50000 20,88 20,83
         
CIEN Long 50000 20,88 20,93
long + short 50k cien 20,88
100% liquidità

Trucchi nella misura dei ghiacci artici

Quale estensione dei ghiacci?

Scritto da Tore Cocco il 14 - gennaio - 201013 COMMENTI
Come sempre controllo la situazione in giro per il mondo, compresa l’estensione glaciale, ebbene, siamo abituati a discutere della bontà dei dati di temperatura, assai scarsa come sappiamo, ma che mi ricordi non si è discusso mai molto della bontà dei rilevamenti dell’estensione glaciale. Da anni mi accorgo della presenza di discordanze nell’estensione glaciale visibili nelle mappe di diversi siti, e la cosa mi ha sempre dato un pò fastidio. Ma oggi hanno esagerato e francamente a mio avviso hanno superato il limite. Guardiamo per prima cosa la carta riproposta dal Meteogiornale,

Per prima cosa noterete che da questa ricostruzione (dai dati satellitari) appaiono delle coperture glaciali nell’intero golfo di Finlandia e nel mar baltico tra Germania Danimarca e Svezia. Soffermiamoci su queste coperture ed andiamo a visionare le altre mappe odierne:

vedete che come per magia il golfo di Finlandia non è ricoperto dai ghiacci, se non in minima parte in prossimità delle coste, e in particolare guardando più ad ovest scompaiono totalmente i ghiacci tra Germania e Danimarca; inoltre anche il golfo di Botnia presenta una minore estensione dei ghiacci rispetto alla mappa precedente. Osserviamo ora il nord America:

Dal confronto di questa mappa con la prima riportata dal Meteogiornale vedrete che mancano i ghiacci nella foce del fiume San Lorenzo, inoltre alcuni laghi canadesi appaiono solo parzialmente ghiacciati. Potremmo continuare anche in altre zone ma fermiamoci ed analizziamo la cosa. Iniziamo col prendere le mappe NOAA

come vedete anche se l’immagine è piccola il golfo di finlandia è interamente ghiacciato, ma non vi è traccia alcuna dei ghiacci germanici.Tornando in nord America

possiamo vedere che i laghi canadesi sono completamente ghiacciati (da tanti giorni!) e non parzialmente come mostrato nelle mappe dell’università dell’Illinois, ma non vi è traccia di ghiaccio alla foce del San Lorenzo; in compenso ci è dato vedere del ghiaccio nei grandi laghi americani. Dalle mappe riportate dal sito tedesco Wetterzentrale


vediamo che magicamente scompaiono i ghiacci nel golfo di Finlandia, si percepiscono a malapena dei ghiacci tra Svezia e Danimarca, mentre la banchisa si distanzia di molto dall’Islanda rispetto alle altre mappe, mentre dalla mappa europea si vede che sul continente nordamericano non sono segnati ghiacci nel fiume San Lorenzo, e cosi via si potrebbe proseguire oltre alla ricerca delle differenze. Il morale della favola è: mappa che vai ghiacci che trovi, e questo non è assolutamente accettabile, non è possibile che in alcune mappe i ghiacci nel nord del mar Caspio siano completamente assenti in altre ce ne sono pochi ed in altre ancora sono estesi, e lo stesso dicasi per il Lago Bajkal in siberia (che è ghiacciato completamente tra gli ultimi giorni di dicembre ed i primi di gennaio, moderatamente in anticipo).
Per spiegare la cosa si potrebbe dire che le mappe non vengono aggiornate alo stesso momento, le NOAA sono le prime, poi vengono le altre anche con 24 ore di scarto, capita che la rappresentazione grafica del valore soglia tra ghiaccio e mare freddo sia diversa, alcune mappe poi non considerano ghiacci extra marini o troppo a sud, ma anche tenendo conto di tutte queste cose non si riesce a far quadrare i conti ed avere una rappresentazione univoca della situazione reale; ci sono sempre delle incongruenze nelle mappe, sia tra quelle dei vari istituti sia all’interno di un istituto tra mappe elaborate in periodi precedenti.
Alla fine rimane una sola domanda: Quant’è la reale estensione dei ghiacci? Ci stressano tanto con la storia del deficit ma quando si va a vedere nel concreto nessuno sa darci per certo il valore dell’estensione glaciale. Ad esempio guardiamo il grafico dell’università dell’Illinois:

finalmente dopo anni il primo gennaio hanno parzialmente modificato la rappresentazione grafica ed ora possiamo vedere l’andamento dei 2 anni precedenti e il confronto con la media dei dati (che partono dal novembre 1978). Con nostra sorpresa vediamo che i dati, espressi in milioni di kmq hanno 3 cifre decimali, quindi vengono arrotondate le estensioni al migliaio di Kmq; potrebbe andar bene ma poi ci si rende presto conto che solo il golfo diFinlandia ha una superficie di 29,500 kmq quindi in pratica, considerando tutte le “anomalie” le omissioni o gli incrementi falsi nei ghiacciamenti su tutto l’emisfero, dovremmo andare ad influire sulla prima cifra decimale, ovvero sulle centinaia di migliaia di kmq; Il gioco sta tutto qui, mascherando il ghiacciamento di porzioni marine si può tenere arbitrariamente alto o basso il deficit di copertura glaciale, con buona pace della realtà dei fatti. Ma la vera faccia tosta sta nel propinarci un numero alla 3 cifra decimale ed aggiornarlo quotidianamente, in modo da dare la parvenza dell’alta professionalità e dell’alta accuratezza del dato. In alcuni enti come all’università dell’Illinois sono cosi tanto professionali, cosi distaccati da una qualunque linea di pensiero che, come è accaduto nel settembre 2007, hanno modificato persino la pagina principale per dare enfasi ai proclami scritti appositamente per l’occasione dal gruppo di ricerca riguardo al minimo di estensione glaciale, in modo da poter dare l’allarme per il futuro…già, Allarme-Futuro…allora vi invito a guardare nuovamente l’ultimo grafico.
Notate la differenza di andamento dell’estensione glaciale attuale rispetto alla media trentennale, notate che il deficit di copertura è essenzialmente estivo, e questo è dovuto allo scarso spessore del ghiaccio, ma di questo si parla fin troppo, ma la cosa più importante è la pendenza delle curve di ghiacciamento autunnale. Il ghiaccio della banchisa è essenzialmente di acqua dolce, perché nella fase di ghiacciamento del mare si ha un flusso salino che viene concentrato nelle sacche sotto la crosta ghiacciata con la formazione di ghiaccio dolce e strati d’acqua ad aumentata salinità, cosi nella parte bassa della banchisa in nuova formazione l’acqua relativamente salata che non viene intrappolata nel ghiaccio va a produrre acque saline che sprofondano per la densità, col risultato totale di rendere la superficie relativamente dolce.
In estate quando il ghiaccio fonde lascia l’acqua dolce e meno pesante in superficie, quindi nell’autunno seguente il processo di ghiacciamento è relativamente più semplice. Ma focalizziamoci sui flussi di energia. La pendenza del ghiacciamento nel grafico indicato è maggiore nei nostri autunni rispetto a quelli passati, ma una formazione massiva di ghiaccio significa una sola cosa: una liberazione massiva di calore latente, che viene quindi pompato in atmosfera riscaldandola e limitando di conseguenza la rapidità del ghiacciamento (feedback negativo). Ma seguendo i fenomeni nel giusto verso causa-effetto dobbiamo domandarci: da dove viene il freddo necessario alla più rapida formazione dei ghiacci rispetto alle epoche passate? Se i poli fossero più caldi rispetto al passato la curva di ghiacciamento avrebbe dovuto essere più o meno parallela a quella passata e solo slittata verso il basso; invece ogni autunno si formano km cubi di ghiaccio in più rispetto al passato a parità di tempo e nessuno si prende la briga di spiegare da dove viene il freddo necessario a far ciò.
In autunno l’aria fredda non può venire dalle terre circostanti ancora calde, perciò per esclusione rimane una sola risposta: La massiva formazione di ghiacci autunnali è possibile solo per via del fatto che il bilancio energetico polare verso lo spazio è più negativo che nelle decadi passate.
Questa soluzione a sua volta può avere diverse cause, la prima è che la temperatura apparente del cielo sia più bassa, ossia ci sia una maggiore trasparenza atmosferica all’infrarosso. Un’altra spiegazione può essere fatta all’opposto, ovvero la trasparenza all’infrarosso è la stessa ma l’input energetico dal sole è minore con conseguente bilancio energetico negativo. Torniamo allora al grafico, se la temperatura apparente del cielo fosse più bassa allora la maggiore pendenza della curva di ghiacciamento dovrebbe durare per tutto l’inverno. Invece non è cosi, vediamo che finito l’autunno la pendenza si allinea a quella passata (nella versione precedente del grafico erano segnati i mesi). Questo significa che la pendenza di ghiacciamento è maggiore che in passato solo quando il sole è ancora presente all’orizzonte.
Allora non rimangono che due possibili spiegazioni: o l’attuale atmosfera è più torbida (l’energia in input arriva in obliquo percorrendo un grosso spessore di atmosfera, mentre l’energia in output è sempre perpendicolare alla superficie quindi è poco influenzata dalla torbidità atmosferica) o il sole è in qualche modo più fiacco che in passato, o al massimo entrambe le cose.
In definitiva a dispetto dell’estensione attuale dei ghiacci, dalla pendenza delle curve di ghiacciamento autunnale sembra che la situazione sia migliore che in passato, in fondo l’estensione totale dei ghiacci è indice dei climi passati (il caldo è stato decadi fà) mentre la curva di ghiacciamento è indice del clima presente.

martedì 28 dicembre 2010

target 100 AMD 8,08
short 150k amd 8,17
chiuse RIMM

lunedì 27 dicembre 2010

 
RIMM Short 20000 58,08 58,34
RIMM Short 20000 58,25 58,34
RIMM Short 20000 58,47 58,34
RIMM Short 20000 58,70 58,34
         
AMD Short 100000 8,00 8,03
AMD Short 100000 8,05 8,03
AMD Short 100000 8,08 8,03
short 100k amd 8,08
RIMM Short 20000 58,08 58,34
RIMM Short 20000 58,25 58,34
RIMM Short 20000 58,47 58,34
RIMM Short 20000 58,70 58,34
         
AMD Short 100000 8,00 8,00
AMD Short 100000 8,05 8,00
short 100k amd 8,05
chiusa la long amd
chiusa nvda short
target 100% rimm 58,34
short 20k rimm 58,70
RIMM Short 20000 58,08 58,23
RIMM Short 20000 58,25 58,23
RIMM Short 20000 58,47 58,23
         
AMD Long 100000 8,00 8,05
         
AMD Short 100000 8,00 7,95
         
NVDA Short 50000 14,89 15,00
NVDA Short 50000 14,96 15,00
NVDA Short 50000 15,01 15,00
NVDA Short 50000 15,06 15,00
NVDA Short 50000 15,11 15,00
short 50k nvda 15,11
RIMM Short 20000 58,08 58,23
RIMM Short 20000 58,25 58,23
RIMM Short 20000 58,47 58,23
         
AMD Short 100000 8,00 8,05
         
AMD Short 100000 8,00 7,95
         
NVDA Short 50000 14,89 14,97
NVDA Short 50000 14,96 14,97
NVDA Short 50000 15,01 14,97
NVDA Short 50000 15,06 14,97
short 50k nvda 15,06
short 20k rimm 58,47
RIMM Short 20000 58,08 58,11
RIMM Short 20000 58,25 58,11
         
AMD Short 100000 8,00 8,05
         
AMD Short 100000 8,00 7,95
         
NVDA Short 50000 14,89 14,94
NVDA Short 50000 14,96 14,94
NVDA Short 50000 15,01 14,94
short 50k nvda 15,01
chiusa long rimm

short 20k rimm 58,25
target nvda (short) 14,90
chiusa long nvda


short 50k nvda 14,96
chiusa long cien
RIMM Long 20000 58,08 58,20
         
RIMM Short 20000 58,08 57,96
         
         
AMD Short 100000 8,00 8,05
         
AMD Short 100000 8,00 7,95
         
         
CIEN Long 50000 20,90 20,87
CIEN Long 50000 20,80 20,87
         
         
NVDA Long 50000 14,89 14,94
         
         
NVDA Short 50000 14,89 14,84
long + short 50k nvda 14,89
long 50k cien 20,80
chiusa short cien
RIMM Long 20000 58,08 58,20
         
RIMM Short 20000 58,08 57,96
         
         
AMD Short 100000 8,00 8,05
         
AMD Short 100000 8,00 7,95
         
         
CIEN Long 50000 20,90 20,95
         
CIEN Short 50000 20,90 20,85
long + short 20k rimm 58,08
long + short 100k amd 8
long + short 50k cien 20,90
100% liquidità
target 100% cien 20,86
short 50k cien 21,06
chiuse RIMM
RIMM Long 15000 58,40 58,16
RIMM Long 15000 58,17 58,16
RIMM Long 15000 58,00 58,16
RIMM Long 15000 57,86 58,16
         
         
CIEN Short 50000 20,65 20,82
CIEN Short 50000 20,78 20,82
CIEN Short 50000 20,84 20,82
CIEN Short 50000 20,90 20,82
CIEN Short 50000 20,99 20,82
short 50k cien 20,99
RIMM Long 15000 58,40 58,16
RIMM Long 15000 58,17 58,16
RIMM Long 15000 58,00 58,16
RIMM Long 15000 57,86 58,16
         
         
CIEN Short 50000 20,65 20,78
CIEN Short 50000 20,78 20,78
CIEN Short 50000 20,84 20,78
CIEN Short 50000 20,90 20,78
short 50k cien 20,90
RIMM Long 15000 58,40 58,16
RIMM Long 15000 58,17 58,16
RIMM Long 15000 58,00 58,16
RIMM Long 15000 57,86 58,16
         
         
CIEN Short 50000 20,65 20,74
CIEN Short 50000 20,78 20,74
CIEN Short 50000 20,84 20,74
short 50k cien 20,84
long 15k rimm 57,86
RIMM Long 15000 58,40 58,25
RIMM Long 15000 58,17 58,25
RIMM Long 15000 58,00 58,25
         
         
CIEN Short 50000 20,65 20,68
CIEN Short 50000 20,78 20,68
short 50k cien 20,78
long 15k rimm 58
ora long cien a 20,76
long+short 50k cien 20,65

targets

RIMM Long 15000 58,40 58,35
RIMM Long 15000 58,17 58,35
long 15k rimm 58,17
chiudere ora la short rimm a 58,17
long + short 15k rimm 58,40
100% liquidità
ora rimm 58,54
congelare temporaneamente il targetn di rimm in attesa di nuove indicazioni

giovedì 23 dicembre 2010

rimasti con le sole RIMM short da chiudere a 58,57

Il cancan di Cancun come le Copengagate di 12 mesi fa....

Australia
chiusa mot
chiusa amd
target MOT 9,08 (SHORT)
chiusa la long MOT



short 50k mot 9,14

Molti esultano, ma sulla lotta ai gas serra il summit vara un’intesa col trucco. I climatologi: la temperatura globale calerà naturalmente"Dr.Franco Battaglia
Cancun - Onanismo sfrenato, quello dei convenuti a Cancun. Parole forse meno colorite, sicuramente meno volgari, ma che rendono lo stesso concetto sono quelle dell’inviata del Corriere della Sera, Alessandra Arachi, che domenica scorsa ha avuto il coraggio scrivere: «l’assemblea dei Paesi del mondo ha applaudito sé stessa». Parole uniche in un intero foglio di esaltazioni evocate sin dalla prima pagina dal quotidiano milanese, che trionfalmente titolava: «Clima, accordo a sorpresa a Cancun». Non meno trionfale il titolo che Repubblica ha riservato al suo corrispondente, il solito Cianciullo, senza però riservargli, stavolta, gli onori del richiamo in prima pagina. D’altra parte, ci vuole una spessa coltre di bronzo per concedere quegli onori a uno che scrive, come Cianciullo ha scritto, probabilmente senza arrossire, che «i cinesi hanno la leadership nell’energia pulita». I cinesi? È da almeno cinque anni che installano una centrale a carbone ogni 10 giorni (sì, avete letto bene: una ogni 10 giorni), mentre la loro generazione elettrica è coperta per lo 0,7% dall’eolico e per lo 0,01% dal solare, e avrebbero, i cinesi, la leadership nell’energia pulita? Una frase che avrei potuto scrivere io perché so che quella dal carbone, se prodotta dai nostri impianti, è energia pulita; ma che non scrivo perché non sono sicuro che gli impianti cinesi siano dello stesso tipo che usiamo noi.
Cianciullo ha definito Cancun «un successo degli ambientalisti». Contento lui. L’accordo, informa il giornalista di Repubblica: 1) sollecita la «riduzione delle emissioni del 25-40% entro il 2020»; 2) all’uopo istituisce un fondo, gestito dalla Banca mondiale, di 10 miliardi di dollari l’anno per 3 anni, ma col proposito di farli diventare 100 l’anno fino al 2020; 3) sottoscrive la necessità di mantenere gli aumenti di temperatura (testualmente) «entro i 2 gradi, meglio se entro gli 1,5 gradi per la fine del secolo».
Capisco che 30 miliardi di farebbero gioire chiunque (figuriamoci i banchieri); che se poi diventano 100 miliardi l’anno reclamano un bel brindisi (i banchieri, poi, sarebbero ansiosi di brindare, anche alla nostra salute, per quel che costa loro). Ma ciò che non capisco è il visibilio degli ambientalisti. Se a Cancun avessero approvato e reso operativo ciò che non hanno approvato, e cioè non 10 ma 100 miliardi l’anno da oggi al 2020, sarebbero 1.000 miliardi. Che, se impegnati tutti nel nucleare, consentirebbero di installare 300 reattori e produrre di 300 GW (gigawatt), che rappresentano una riduzione delle emissioni del 6%. Con 1.000 miliardi di dollari si possono invece installare 1.000 GW eolici, che però producono 200 GW elettrici (il vento non soffia sempre), che rappresentano una riduzione delle emissioni del 4%. Oppure, sempre con 1.000 miliardi di dollari, si possono installare 200 GW fotovoltaici, che però producono 20 GW elettrici (il sole non brilla sempre), che rappresentano una riduzione delle emissioni pari allo 0.4%. Qualunque cosa si faccia, siamo ben lontani dal minimo del 25% sottoscritto a Cancun dai fessi del mondo. Dei quali la palma, e col botto, va al ministro all'ambiente indiano, definito «carismatico» da un Cianciullo che in estasi ce ne riporta il commento: «ci sono occasioni in cui lo spirito del luogo deve prevalere sulla procedura». Boh? Io insisto: i ministri dell’ambiente vanno aboliti.
Ma tanto fessi, forse, non sono stati, quelli di Cancun: aver spostato l’obbiettivo ufficiale dall’entità della riduzione delle emissioni all’entità della riduzione delle temperature è stato un colpo da veri maestri. Se le temperature del globo diminuiranno (come la climatologia migliore, per quanto giovane e imperfetta, prevede), questi signori potranno brindare al successo e accreditare quelle diminuzioni alle loro 16 inutili riunioni. Se le temperature non dovessero diminuire, potranno invece sostenere che «bisogna fare di più»: vorranno non 1.000, ma 10.000 miliardi.
 Delle due una: o la crisi non esiste, o costoro ne sono la causa.
La migliore caratterizzazione del cancan di Cancun l’ha data, ancora una volta, ma forse inconsapevolmente, la brava inviata del Corsera, ove nell’articolo che ho citato scrive: «il fiore all’occhiello degli accordi messicani è stata la volontà di riconfermare il protocollo di Kyoto». Dovete sapere che questo protocollo, sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2003, prevede la riduzione delle emissioni del 5% rispetto ai valori del 1997; senonché, oggi quelle emissioni sono invece aumentate, del 5% nella «virtuosa Europa» e del 20% a livello mondiale, rispetto a quelle del 1997. Se questo è stato il fiore all’occhiello di Cancun, immaginatevi il resto. Comunque, gli sfaccendati di Cancun si sono dati il loro 17mo appuntamento, l’anno venturo, in Sudafrica: mettiamoci comodi, ma occhio al nostro portafogli.

Dr.Franco Battaglia

 

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