venerdì 29 ottobre 2010

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Non serve il Lodo Alfano, sono sufficienti marescialli a 4 mani e stargate





Ad inizio 1995 il giornalista del Giorno, Luigi Ferrarella, era probabilmente il più sconosciuto e meno pagato d’Italia.


Poco tempo dopo, era già al Corriere, era ricco, e ci informava (....) quotidianamente sugli sviluppi dei maggiori “processi di Berlusconi” dalla consueta ottica comunista "con tante cose che vengono fuori tutti i giorni su di lui, vuoi dire che alla fine proprio nessuna sia vera?.....".


La svolta della sua carriera e della sua intera vita avvenne il 16 luglio 1995, quando su Il Giorno uscì questo suo (…..….) articolo:








NEL RICCO JET SET MILANESE
IL REBUS DI VIA MONTENAPO
FURTO PERDE, RAPINA VINCE
di Luigi Ferrarella



“Milano - Sotto l’ombrellone se ne risolvono tanti in questa stagione, ma il rebus di via Montenapoleone 22 tiene banco in tribunale pure d’estate, misterioso come le modalità della sparizione il 29 dicembre 1993 di due preziose opere d’arte dal negozio d’antiquariato ‘Milano quindici srl’ della contessa Stefania Ariosto, quarantaquattrenne protagonista del jet-set e compagna del cinquantaquattrenne vicepresidente della Camera e capogruppo di ‘Forza Italia’ Vittorio Dotti.



Furto perde, rapina vince - La derubata, assistita nella combattuta causa civile proprio dall’avvocato Dotti,i sostiene di essere stata vittima di una rapina e pretende dunque che i ‘Lloyd’s’ inglesi onorino l’impegno a pagarle un indennizzo di oltre 2 miliardi.
Ma per gli assicuratori si è invece trattato di furto con destrezza, non coperto da garanzia e solo tardivamente rappresentato come rapina proprio per rientrare in maniera fraudolenta sotto l’ ‘ombrello’ della polizza.
E tra verdetti contrastanti e colpi di scena, sullo sfondo di storie di debiti di gioco e disavventure finanziarie, ecco l’ultima (in ordine di tempo) ‘puntata’ con Dotti che in vista della prossima udienza civile ha chiesto pochi giorni fa anche la testimonianza a favore di Giorgio e Rosanna Falck, nonché dell’ex senatore psi Giorgio Casoli.



Il grande colpo - Alle 9,30 del 29 dicembre 1993, la 53enne commessa del negozio, Iride Confalonieri, da 10 anni persona di fiducia della titolare, racconta al capo della squadra antirapine della polizia, Paolo Groppuzzo, che, mentre si trovava sola nel negozio di via Montenapoleone, era entrata una coppia a chiederle di esaminare un’opera.
Mentre l’uomo l’ammirava e la donna restava sulla soglia mantenendo aperta la porta d’ingresso, era suonato il campanello di quella di servizio: il tempo di rigirarsi, e la coppia era già sparita con una testa maschile di porfido risalente al II secolo a.C. rappresentante il filosofo greco Epicuro e un libro d’Ore del XV secolo miniato dall’autore francese Jean Coulombe, acquistati per 300 e 572 milioni, ma assicurati per 2 miliardi e 50 milioni.


Una sparizione, due versioni - ‘La segnalazione parlava di furto e la commessa non accennò minimamente di essere stata oggetto di violenza fisica subita dalla coppia’, assicura il commissario al pm.
Ma meno di 10 ore dopo, la commessa, accompagnata dalla titolare, si ripresenta in Questura e cambia versione: la verità, dice, è che sono stata aggredita dall’uomo.
A sostegno della nuova versione, non più furto con destrezza ma rapina, ecco un referto medico rilasciatole il 29 dicembre alle 21,15 dal pronto soccorso del Fatebenefratelli con diagnosi di ‘contusione sternale senza prognosi’.
E la prima versione?
Ero spaventata, si giustifica la donna, e non volevo angosciare la titolare, perché ‘avevo ricollegato l’episodio con le minacce che in quel momento la signora subiva in relazione ai debiti di gioco contratti’.




La polizza birichina - Ma che cambia tra furto con destrezza o rapina?
Cambia, cambia, come si era già accorto il commissario Groppuzzo sfogliando la polizza: ‘Dissi ai fratelli Ariosto (Stefania e Carlo, soci nella società, ndr) che il furto che avevano subito non era coperto da assicurazione in quanto si trattava di furto con destrezza.
Quando appresero ciò, entrambi furono spiacevolmente sorpresi e manifestarono il loro disappunto’.
L’Ariosto Consulting srl, infatti, nel 1992 aveva stipulato, per il tramite del broker ‘Rasini e Viganò’ (gruppo Fininvest), una polizza sulle opere d’arte con i ‘Lloyd’s di Londra’, i quali, accusata una prima scomparsa di un libro miniato, al rinnovo avevano però depennato il furto con destrezza dai rischi assicurati sino al 31 dicembre 1993.



Affari e processi - L’assicurata vuole l’indennizzo, l’assicurazione lo rifiuta adducendo le dubbie modalità dell’asserita rapina, il fatto che la commessa risulti collaboratrice e non dipendente della società, e soprattutto che le perizie contabili non trovino nei bilanci traccia delle due opere d’arte rubate.
Questi rilievi finiscono sul tavolo del pm Maria Rosa Sodano, che indaga sulla rapina.
Inevitabilmente l’inchiesta scandaglia anche la vita della derubata ed emerge che la contessa era stata condannata in primo grado per una bancarotta semplice del 1988 (amnistiata però già prima dell’appello), in seguito al traumatico destino della società che puntava a realizzare insieme a Stefano Casiraghi (il marito di Carolina di Monaco) un mega-centro da 40 miliardi per gli appassionati di golf nel milanese.
Salta fuori anche la storia dell’amministratore di una società che nel 1991 la contattò per ottenere, tramite i suoi rapporti con società finanziarie e in cambio di una percentuale, uno sconto di effetti commerciali a firma dello scomparso ‘cassiere’ psi Balzamo: ma l’affare, con l’abortito intervento della ‘Mediolanum Factor’ (gruppo Fininvest) non andò in porto, e ‘ballarono’ tre assegni da complessivi 200 milioni, per i quali Ariosto venne denunciata ma prosciolta nel maggio 1991 dal giudice Massimo Ruggiero su conforme richiesta del pm della pretura Filippo Fratelli.


Roulette calda - Nel marzo 1994 un rapporto dei carabinieri segnala al magistrato l’ingresso della signora Ariosto al casinò di Campione d’Italia ‘circa 300 volte dal 23 dicembre 1991 all’11 ottobre 1993’ con altre 19 visite al casinò di Saint Vincent e nessuna invece alla casa da gioco di Sanremo, dove le era stato ‘fatto divieto d’ingresso dal 1991 su indicazione del casinò di Montecarlo, in quanto chiedeva di incassare vincite altrui’.
In maggio l’interessata ribatte: ‘Nell’ambiente mi sono creata numerose inimicizie per aver denunciato cambisti senza scrupoli che prestano soldi a tassi usurai e che hanno metodi di recupero crediti poco ortodossi’: e, difesa in sede penale dall’avvocato Manola Murdolo, reagisce censurando gli asseriti metodi spicci e invadenti del ‘detective’ britannico dell’assicurazione Hugh Taylor.


Contessa batte Lloyd’s 2 a 0 - Quando il pm Sodano chiede e ottiene dal gip Maurizio Grigo l’archiviazione dell’indagine il 21 luglio 1994, l’assicurazione ripropone i propri dubbi in sede penale con un esposto che ipotizza la simulazione di reato e la tentata truffa: ma anche questo fascicolo , trasmesso per competenza il 19 ottobre 1994 dal pm del tribunale Ilio Poppa al pm della pretura Stefano Aprile, viene archiviato dal giudice Anna Maria Gatto il 7 novembre.


Contrattacco - Tre giorni dopo è l’avvocato Dotti, con il collega Aurelio Favaro, a spostare sul terreno civile il contenzioso con una mossa da quasi k.o. per i ‘Lloyd’s’: il sequestro conservativo dei loro beni in Italia sino a 2 miliardi e 200 milioni di lire, che il 30 dicembre scorso il giudice della quinta sezione civile Giuseppe Valenti dispone nel presupposto che ‘l’atteggiamento dilatorio’ della compagnia sia ‘dovuto alla sua grave crisi finanziaria’, tale da far dubitare della sua solvibilità.
I ‘Lloyd’s’ replicano con l’avvocato Alessandro Giorgetti che il trasferimento in Gran Bretagna delle riserve tecniche non è vigilia di un crac, ma opzione contemplata da una direttiva Cee, e insistono sui dubbi circa le modalità della rapina e sulla reale titolarità delle opere trafugate.


E ribaltone - Ma il 26 gennaio di quest’anno, sempre la quinta sezione, con il giudice Marco Manunta, accoglie il reclamo dell’assicurazione e revoca il sequestro, definendo ‘incongruenti’ le motivazioni del cambio di versione, ed esprimendo ‘dubbi sulla fondatezza della domanda di indennizzo, posto che il furto con destrezza (prima denuncia) risulta espressamente escluso dalla copertura assicurativa’.
The end ?
Solo a settembre, davanti alla dodicesima sezione civile.




Riassunto per capirsi meglio: nel 1992 una certa “Contessa Stefania Ariosto”, vedova di un noto ufficiale dell’Aeronautica Militare deceduto in missione, si presenta ad un broker milanese del gruppo Fininvest per assicurare per oltre 2 miliardi due opere d’arte che la “contessa” conserva nella propria “mostra” in Via Montenapoleone.

Pochissimi giorni prima della scadenza della polizza, ossia il 29 dicembre 1993, la contessa chiama la Polizia perché le due opere sarebbero state rubate sotto il naso della commessa, uno degli intervenuti sul posto le fa notare che il “furto con destrezza” non rientra nei casi risarcibili, al che lei richiama la commessa, si reca con lei al Fatebenefratelli e si fa rilasciare un certificato che comporti “un minimo di aggressione”, che farebbe rientrare il furto tra quelli risarcibili.

Al contrario delle attese della contessa vedova di un eroe “quasi di guerra”, il broker Fininvest oppone resistenza, quindi nasce un lungo contenzioso sia in sede civile, sia in sede penale, che permette/costringe gli investigatori ad informarsi su tutte le parti in gioco.

E così si scopre che la “contessa” non è tale, ma in realtà di umilissime origini, che non è vedova di un ufficiale dell’Aereonautica Militare “caduto in missione”, ma che il marito è vivo, guida piccoli aerei commerciali e sta benone con un’altra più giovane e bella di lei, che la “contessa” ha cambiato attività mille volte combinando solo guai senza mai azzeccarne una (e coinvolgendo tutto e tutti, compresi i reali di Monaco…..), passando di conseguenza mille guai in mille tribunali, che “ce l’ha a morte con la Fininvest” non solo perché ora sta contrastando la sua riscossione degli oltre 2 miliardi di vecchie lire (in quel momento per lei più che vitali) per le due opere, ma anche perché, non vedendoci chiaro, non molto prima si è ritirata in extremis da un mega-affare lasciando l’Ariosto col cerino in mano (e svariati assegni scoperti), che a quel punto alla falsa contessa falsa vedova falsa donna d’affari non era rimasto che recarsi oltre 300 sere in meno di due anni al Casinò di Campione d’Italia a tentare la fortuna, e, soprattutto, rubare le fiches dei vincitori durante, qualcuno dice, tumultuosi rapporti sessuali (ma anche a St.Vincent e Montecarlo, non Sanremo dove le era stato vietato l’ingresso sempre per quel motivo….), e che la “mossa” di fingersi infine “esperta d’arte” (falsa) è solo un artifizio per riscuotere indennizzi dalle assicurazioni su opere il cui acquisto, elemento non da poco, non compare in nessun libro contabile della società della falsa-tutto.

E così accade che, dopo un lungo batti e ribatti, il 26 gennaio 1995 il castello di carte crolla sulla falsa-tutto, che vede quindi concretizzarsi la possibilità che a settembre, alla riapertura del procedimento, si aprano per lei anche porte del carcere….. ma, come aveva più volte testimoniato sia ai Carabinieri sia in aula la famosa commessa derubata con destrezza, sempre meglio la galera che la consapevolezza che la maggior parte di coloro che entravano nella “mostra d’arte” fossero creditori, derubati ai casinò, picchiatori dei casinò stessi……………

Ma a quel punto accade un miracolo degno del miglior Padre Pio: a meno di una settimana da quella svolta spaccasassi che sembra trasformare 2 miliardi di cash in galera, apprendiamo dalle carte ufficiali dello Stato che la falsa-tutto regina della truffa diventa ufficialmente confidente di polizia con lo pseudonimo di Olbia….. istantaneamente tutti i creditori, derubati e picchiatori scompaiono soddisfatti….. ma soddisfatti di cosa?......

Dopo 5 mesi di “preparazione” il 16 luglio 1995 arriva il “segnale” di Ferrarella, e dalle carte dello Stato impariamo che il 21 luglio 1995 la truffatrice falsa-tutto incontra alla Procura di Milano il pm Francesco Greco, divenendo istantaneamente l’agente “Omega”, ossia l’unica fonte esistente di “notizie di reato” sull’entourage di Silvio Berlusconi…….. non a caso inizia proprio in quel periodo la campagna elettorale per le elezioni politiche del ’96, dove i sondaggi, nonostante il “tradimento” di Bossi, vedono Satana Silvio in millimetrico vantaggio sul catatonico mortazza…..

A quel punto la salvezza della patria passa attraverso le mani non pulite della Boccassini, che, con così poco tempo a disposizione, risveglia miracolosamente in poche ore la falsa contessa da un letargo durato 7-8 anni, facendole tornare a mente decine di particolari di situazioni avvenute 7-8 anni prima, nessuno dei quali “può essere accaduto” (tribune che non esistono, circoli che non esistono, mazzette consegnate brevi manu a magistrati morti 2 mesi prima della consegna…..), ma comunque sufficienti a farsi autorizzare intercettazioni di ogni tipo su un noto e stimato magistrato romano.

Dopo mesi di “nulla di fatto” in migliaia di intercettazioni e pedinamenti, nei quali da tanto spreco di denaro pubblico ricaviamo solo che, forse, il noto e stimato magistrato romano potrebbe aver portato qualche migliaio di euro in Svizzera per giocarseli d’azzardo (nulla di memorabile, ma soprattutto nulla che possa essere ricondotto al vero obbiettivo, quello elettorale), il clan Boccassini viene richiamato all’ordine affinchè, finalmente, “porti qualcosa di solido”…. Casualmente, due giorni dopo tale richiamo la Boccassini chiede l’arresto del noto e stimato magistrato romano poiché, a dire della rossa di cultura e capelli, quest’ultimo, dopo mille e mille intercettazioni di ogni tipo, dalle quali non è emerso assolutamente nulla, avrebbe confessato tutto e di più in un bar di Roma all’ora di pranzo a voce alta di fronte a decine e decine di testimoni, compreso un registratore a bobina………..

Siamo a metà marzo 1996, pochi giorni prima delle elezioni: dopo aver ascoltato mille volte quel nastro nel quale il noto e stimato magistrato confessa pubblicamente e inequivocabilmente di aver invertito le sentenze di mille processi romani perché lautamente foraggiato da Berlusconi, il gip Alessandro Rossato si sente costretto, per il bene del Paese, a far arrestare l’anziano collega romano, e Paolo Mieli, che a sua volta ha ricevuto dalla Boccassini copia del nastro stesso, sempre per il bene del Paese si sente costretto a rivelarne il contenuto pezzo per pezzo giorno per giorno al Paese, affinchè non cada nel gravissimo errore di votare il Grande Corruttore.

Passano le elezioni, le vince il re degli imborniti grazie, casualmente, ad un astensionismo da record nel centrodestra, poi passano gli anni, tanti, e alla fine, grazie solo ad una causa “Boccassini contro Sgarbi”, si è costretti ad interrogare il Gip Rossato, Paolo Mieli e la Boccassini, e si scopre che il nastro che i primi due da anni giurano di aver ascoltato mille e mille volte prima di decidere di salvare la Patria da Satanasilvio, non lo ha mai visto né sentito nessuno……….. il Gip Rossato e Paolo Mieli hanno solo ricevuto pizzini dal clan Boccassini, e li hanno copiati sotto dettatura il primo nell’ordinanza di arresto per l’anziano collega magistrato (…..), il secondo sulle pagine del Corriere della Sera, il quotidiano più letto d’Italia…..

A quel punto, dopo tanti anni, finalmente si ordina alla Boccassini di tirare fuori dal cilindro il nastro originale della confessione registrata, che nessuno aveva mai visto o sentito, La Rossa dice di avere copia di tutto il materiale conservata in un cd, e ordina al suo staff di farne copia.

Ma poi si presenta caso strano a mani vuote, e sotto giuramento afferma di essere stata testimone dei seguenti accadimenti: la copia del cd doveva essere eseguita da un suo collaboratore, il Maresciallo Spello, il quale, seduto alla scrivania, nell’inserire il cd nell’apposito vano del pc, ne perdeva improvvisamente il controllo.

Il cd, nella sua caduta in verticale, non si sa come (forse attraversando un corridoio spazio-temporale generato da un buco nero temporaneo creato da un amico marziano attraverso uno stargate) superava il piano della scrivania, cadeva sul sottostante ginocchio del maresciallo, ivi polverizzandosi in migliaia di pezzi che ne rendevano impossibile ogni tipo di utilizzo….

Peccato, perché il Maresciallo Spello, come testimoniato dalla stessa Boccassini sotto giuramento, aveva tentato di tutto con le sue 4 mani (sì, QUATTRO MANI, come si evince dal racconto della Rossa, 3 “di servizio” e una per le speciali emergenze…..) per fermare la caduta del cd, consapevole che il suo ginocchio bionico lo avrebbe disintegrato in mille pezzi……………..

giovedì 28 ottobre 2010

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Non serve il Lodo Alfano, sono sufficienti marescialli a 4 mani e stargate





Ad inizio 1995 il giornalista del Giorno, Luigi Ferrarella, era probabilmente il più sconosciuto e meno pagato d’Italia.


Poco tempo dopo, era già al Corriere, era ricco, e ci informava (....) quotidianamente sugli sviluppi dei maggiori “processi di Berlusconi” dalla consueta ottica comunista "con tante cose che vengono fuori tutti i giorni su di lui, vuoi dire che alla fine proprio nessuna sia vera?.....".


La svolta della sua carriera e della sua intera vita avvenne il 16 luglio 1995, quando su Il Giorno uscì questo suo (…..….) articolo:








NEL RICCO JET SET MILANESE
IL REBUS DI VIA MONTENAPO
FURTO PERDE, RAPINA VINCE
di Luigi Ferrarella



“Milano - Sotto l’ombrellone se ne risolvono tanti in questa stagione, ma il rebus di via Montenapoleone 22 tiene banco in tribunale pure d’estate, misterioso come le modalità della sparizione il 29 dicembre 1993 di due preziose opere d’arte dal negozio d’antiquariato ‘Milano quindici srl’ della contessa Stefania Ariosto, quarantaquattrenne protagonista del jet-set e compagna del cinquantaquattrenne vicepresidente della Camera e capogruppo di ‘Forza Italia’ Vittorio Dotti.



Furto perde, rapina vince - La derubata, assistita nella combattuta causa civile proprio dall’avvocato Dotti,i sostiene di essere stata vittima di una rapina e pretende dunque che i ‘Lloyd’s’ inglesi onorino l’impegno a pagarle un indennizzo di oltre 2 miliardi.
Ma per gli assicuratori si è invece trattato di furto con destrezza, non coperto da garanzia e solo tardivamente rappresentato come rapina proprio per rientrare in maniera fraudolenta sotto l’ ‘ombrello’ della polizza.
E tra verdetti contrastanti e colpi di scena, sullo sfondo di storie di debiti di gioco e disavventure finanziarie, ecco l’ultima (in ordine di tempo) ‘puntata’ con Dotti che in vista della prossima udienza civile ha chiesto pochi giorni fa anche la testimonianza a favore di Giorgio e Rosanna Falck, nonché dell’ex senatore psi Giorgio Casoli.



Il grande colpo - Alle 9,30 del 29 dicembre 1993, la 53enne commessa del negozio, Iride Confalonieri, da 10 anni persona di fiducia della titolare, racconta al capo della squadra antirapine della polizia, Paolo Groppuzzo, che, mentre si trovava sola nel negozio di via Montenapoleone, era entrata una coppia a chiederle di esaminare un’opera.
Mentre l’uomo l’ammirava e la donna restava sulla soglia mantenendo aperta la porta d’ingresso, era suonato il campanello di quella di servizio: il tempo di rigirarsi, e la coppia era già sparita con una testa maschile di porfido risalente al II secolo a.C. rappresentante il filosofo greco Epicuro e un libro d’Ore del XV secolo miniato dall’autore francese Jean Coulombe, acquistati per 300 e 572 milioni, ma assicurati per 2 miliardi e 50 milioni.


Una sparizione, due versioni - ‘La segnalazione parlava di furto e la commessa non accennò minimamente di essere stata oggetto di violenza fisica subita dalla coppia’, assicura il commissario al pm.
Ma meno di 10 ore dopo, la commessa, accompagnata dalla titolare, si ripresenta in Questura e cambia versione: la verità, dice, è che sono stata aggredita dall’uomo.
A sostegno della nuova versione, non più furto con destrezza ma rapina, ecco un referto medico rilasciatole il 29 dicembre alle 21,15 dal pronto soccorso del Fatebenefratelli con diagnosi di ‘contusione sternale senza prognosi’.
E la prima versione?
Ero spaventata, si giustifica la donna, e non volevo angosciare la titolare, perché ‘avevo ricollegato l’episodio con le minacce che in quel momento la signora subiva in relazione ai debiti di gioco contratti’.




La polizza birichina - Ma che cambia tra furto con destrezza o rapina?
Cambia, cambia, come si era già accorto il commissario Groppuzzo sfogliando la polizza: ‘Dissi ai fratelli Ariosto (Stefania e Carlo, soci nella società, ndr) che il furto che avevano subito non era coperto da assicurazione in quanto si trattava di furto con destrezza.
Quando appresero ciò, entrambi furono spiacevolmente sorpresi e manifestarono il loro disappunto’.
L’Ariosto Consulting srl, infatti, nel 1992 aveva stipulato, per il tramite del broker ‘Rasini e Viganò’ (gruppo Fininvest), una polizza sulle opere d’arte con i ‘Lloyd’s di Londra’, i quali, accusata una prima scomparsa di un libro miniato, al rinnovo avevano però depennato il furto con destrezza dai rischi assicurati sino al 31 dicembre 1993.



Affari e processi - L’assicurata vuole l’indennizzo, l’assicurazione lo rifiuta adducendo le dubbie modalità dell’asserita rapina, il fatto che la commessa risulti collaboratrice e non dipendente della società, e soprattutto che le perizie contabili non trovino nei bilanci traccia delle due opere d’arte rubate.
Questi rilievi finiscono sul tavolo del pm Maria Rosa Sodano, che indaga sulla rapina.
Inevitabilmente l’inchiesta scandaglia anche la vita della derubata ed emerge che la contessa era stata condannata in primo grado per una bancarotta semplice del 1988 (amnistiata però già prima dell’appello), in seguito al traumatico destino della società che puntava a realizzare insieme a Stefano Casiraghi (il marito di Carolina di Monaco) un mega-centro da 40 miliardi per gli appassionati di golf nel milanese.
Salta fuori anche la storia dell’amministratore di una società che nel 1991 la contattò per ottenere, tramite i suoi rapporti con società finanziarie e in cambio di una percentuale, uno sconto di effetti commerciali a firma dello scomparso ‘cassiere’ psi Balzamo: ma l’affare, con l’abortito intervento della ‘Mediolanum Factor’ (gruppo Fininvest) non andò in porto, e ‘ballarono’ tre assegni da complessivi 200 milioni, per i quali Ariosto venne denunciata ma prosciolta nel maggio 1991 dal giudice Massimo Ruggiero su conforme richiesta del pm della pretura Filippo Fratelli.


Roulette calda - Nel marzo 1994 un rapporto dei carabinieri segnala al magistrato l’ingresso della signora Ariosto al casinò di Campione d’Italia ‘circa 300 volte dal 23 dicembre 1991 all’11 ottobre 1993’ con altre 19 visite al casinò di Saint Vincent e nessuna invece alla casa da gioco di Sanremo, dove le era stato ‘fatto divieto d’ingresso dal 1991 su indicazione del casinò di Montecarlo, in quanto chiedeva di incassare vincite altrui’.
In maggio l’interessata ribatte: ‘Nell’ambiente mi sono creata numerose inimicizie per aver denunciato cambisti senza scrupoli che prestano soldi a tassi usurai e che hanno metodi di recupero crediti poco ortodossi’: e, difesa in sede penale dall’avvocato Manola Murdolo, reagisce censurando gli asseriti metodi spicci e invadenti del ‘detective’ britannico dell’assicurazione Hugh Taylor.


Contessa batte Lloyd’s 2 a 0 - Quando il pm Sodano chiede e ottiene dal gip Maurizio Grigo l’archiviazione dell’indagine il 21 luglio 1994, l’assicurazione ripropone i propri dubbi in sede penale con un esposto che ipotizza la simulazione di reato e la tentata truffa: ma anche questo fascicolo , trasmesso per competenza il 19 ottobre 1994 dal pm del tribunale Ilio Poppa al pm della pretura Stefano Aprile, viene archiviato dal giudice Anna Maria Gatto il 7 novembre.


Contrattacco - Tre giorni dopo è l’avvocato Dotti, con il collega Aurelio Favaro, a spostare sul terreno civile il contenzioso con una mossa da quasi k.o. per i ‘Lloyd’s’: il sequestro conservativo dei loro beni in Italia sino a 2 miliardi e 200 milioni di lire, che il 30 dicembre scorso il giudice della quinta sezione civile Giuseppe Valenti dispone nel presupposto che ‘l’atteggiamento dilatorio’ della compagnia sia ‘dovuto alla sua grave crisi finanziaria’, tale da far dubitare della sua solvibilità.
I ‘Lloyd’s’ replicano con l’avvocato Alessandro Giorgetti che il trasferimento in Gran Bretagna delle riserve tecniche non è vigilia di un crac, ma opzione contemplata da una direttiva Cee, e insistono sui dubbi circa le modalità della rapina e sulla reale titolarità delle opere trafugate.


E ribaltone - Ma il 26 gennaio di quest’anno, sempre la quinta sezione, con il giudice Marco Manunta, accoglie il reclamo dell’assicurazione e revoca il sequestro, definendo ‘incongruenti’ le motivazioni del cambio di versione, ed esprimendo ‘dubbi sulla fondatezza della domanda di indennizzo, posto che il furto con destrezza (prima denuncia) risulta espressamente escluso dalla copertura assicurativa’.
The end ?
Solo a settembre, davanti alla dodicesima sezione civile.




Riassunto per capirsi meglio: nel 1992 una certa “Contessa Stefania Ariosto”, vedova di un noto ufficiale dell’Aeronautica Militare deceduto in missione, si presenta ad un broker milanese del gruppo Fininvest per assicurare per oltre 2 miliardi due opere d’arte che la “contessa” conserva nella propria “mostra” in Via Montenapoleone.

Pochissimi giorni prima della scadenza della polizza, ossia il 29 dicembre 1993, la contessa chiama la Polizia perché le due opere sarebbero state rubate sotto il naso della commessa, uno degli intervenuti sul posto le fa notare che il “furto con destrezza” non rientra nei casi risarcibili, al che lei richiama la commessa, si reca con lei al Fatebenefratelli e si fa rilasciare un certificato che comporti “un minimo di aggressione”, che farebbe rientrare il furto tra quelli risarcibili.

Al contrario delle attese della contessa vedova di un eroe “quasi di guerra”, il broker Fininvest oppone resistenza, quindi nasce un lungo contenzioso sia in sede civile, sia in sede penale, che permette/costringe gli investigatori ad informarsi su tutte le parti in gioco.

E così si scopre che la “contessa” non è tale, ma in realtà di umilissime origini, che non è vedova di un ufficiale dell’Aereonautica Militare “caduto in missione”, ma che il marito è vivo, guida piccoli aerei commerciali e sta benone con un’altra più giovane e bella di lei, che la “contessa” ha cambiato attività mille volte combinando solo guai senza mai azzeccarne una (e coinvolgendo tutto e tutti, compresi i reali di Monaco…..), passando di conseguenza mille guai in mille tribunali, che “ce l’ha a morte con la Fininvest” non solo perché ora sta contrastando la sua riscossione degli oltre 2 miliardi di vecchie lire (in quel momento per lei più che vitali) per le due opere, ma anche perché, non vedendoci chiaro, non molto prima si è ritirata in extremis da un mega-affare lasciando l’Ariosto col cerino in mano (e svariati assegni scoperti), che a quel punto alla falsa contessa falsa vedova falsa donna d’affari non era rimasto che recarsi oltre 300 sere in meno di due anni al Casinò di Campione d’Italia a tentare la fortuna, e, soprattutto, rubare le fiches dei vincitori durante, qualcuno dice, tumultuosi rapporti sessuali (ma anche a St.Vincent e Montecarlo, non Sanremo dove le era stato vietato l’ingresso sempre per quel motivo….), e che la “mossa” di fingersi infine “esperta d’arte” (falsa) è solo un artifizio per riscuotere indennizzi dalle assicurazioni su opere il cui acquisto, elemento non da poco, non compare in nessun libro contabile della società della falsa-tutto.

E così accade che, dopo un lungo batti e ribatti, il 26 gennaio 1995 il castello di carte crolla sulla falsa-tutto, che vede quindi concretizzarsi la possibilità che a settembre, alla riapertura del procedimento, si aprano per lei anche porte del carcere….. ma, come aveva più volte testimoniato sia ai Carabinieri sia in aula la famosa commessa derubata con destrezza, sempre meglio la galera che la consapevolezza che la maggior parte di coloro che entravano nella “mostra d’arte” fossero creditori, derubati ai casinò, picchiatori dei casinò stessi……………

Ma a quel punto accade un miracolo degno del miglior Padre Pio: a meno di una settimana da quella svolta spaccasassi che sembra trasformare 2 miliardi di cash in galera, apprendiamo dalle carte ufficiali dello Stato che la falsa-tutto regina della truffa diventa ufficialmente confidente di polizia con lo pseudonimo di Olbia….. istantaneamente tutti i creditori, derubati e picchiatori scompaiono soddisfatti….. ma soddisfatti di cosa?......

Dopo 5 mesi di “preparazione” il 16 luglio 1995 arriva il “segnale” di Ferrarella, e dalle carte dello Stato impariamo che il 21 luglio 1995 la truffatrice falsa-tutto incontra alla Procura di Milano il pm Francesco Greco, divenendo istantaneamente l’agente “Omega”, ossia l’unica fonte esistente di “notizie di reato” sull’entourage di Silvio Berlusconi…….. non a caso inizia proprio in quel periodo la campagna elettorale per le elezioni politiche del ’96, dove i sondaggi, nonostante il “tradimento” di Bossi, vedono Satana Silvio in millimetrico vantaggio sul catatonico mortazza…..

A quel punto la salvezza della patria passa attraverso le mani non pulite della Boccassini, che, con così poco tempo a disposizione, risveglia miracolosamente in poche ore la falsa contessa da un letargo durato 7-8 anni, facendole tornare a mente decine di particolari di situazioni avvenute 7-8 anni prima, nessuno dei quali “può essere accaduto” (tribune che non esistono, circoli che non esistono, mazzette consegnate brevi manu a magistrati morti 2 mesi prima della consegna…..), ma comunque sufficienti a farsi autorizzare intercettazioni di ogni tipo su un noto e stimato magistrato romano.

Dopo mesi di “nulla di fatto” in migliaia di intercettazioni e pedinamenti, nei quali da tanto spreco di denaro pubblico ricaviamo solo che, forse, il noto e stimato magistrato romano potrebbe aver portato qualche migliaio di euro in Svizzera per giocarseli d’azzardo (nulla di memorabile, ma soprattutto nulla che possa essere ricondotto al vero obbiettivo, quello elettorale), il clan Boccassini viene richiamato all’ordine affinchè, finalmente, “porti qualcosa di solido”…. Casualmente, due giorni dopo tale richiamo la Boccassini chiede l’arresto del noto e stimato magistrato romano poiché, a dire della rossa di cultura e capelli, quest’ultimo, dopo mille e mille intercettazioni di ogni tipo, dalle quali non è emerso assolutamente nulla, avrebbe confessato tutto e di più in un bar di Roma all’ora di pranzo a voce alta di fronte a decine e decine di testimoni, compreso un registratore a bobina………..

Siamo a metà marzo 1996, pochi giorni prima delle elezioni: dopo aver ascoltato mille volte quel nastro nel quale il noto e stimato magistrato confessa pubblicamente e inequivocabilmente di aver invertito le sentenze di mille processi romani perché lautamente foraggiato da Berlusconi, il gip Alessandro Rossato si sente costretto, per il bene del Paese, a far arrestare l’anziano collega romano, e Paolo Mieli, che a sua volta ha ricevuto dalla Boccassini copia del nastro stesso, sempre per il bene del Paese si sente costretto a rivelarne il contenuto pezzo per pezzo giorno per giorno al Paese, affinchè non cada nel gravissimo errore di votare il Grande Corruttore.

Passano le elezioni, le vince il re degli imborniti grazie, casualmente, ad un astensionismo da record nel centrodestra, poi passano gli anni, tanti, e alla fine, grazie solo ad una causa “Boccassini contro Sgarbi”, si è costretti ad interrogare il Gip Rossato, Paolo Mieli e la Boccassini, e si scopre che il nastro che i primi due da anni giurano di aver ascoltato mille e mille volte prima di decidere di salvare la Patria da Satanasilvio, non lo ha mai visto né sentito nessuno……….. il Gip Rossato e Paolo Mieli hanno solo ricevuto pizzini dal clan Boccassini, e li hanno copiati sotto dettatura il primo nell’ordinanza di arresto per l’anziano collega magistrato (…..), il secondo sulle pagine del Corriere della Sera, il quotidiano più letto d’Italia…..

A quel punto, dopo tanti anni, finalmente si ordina alla Boccassini di tirare fuori dal cilindro il nastro originale della confessione registrata, che nessuno aveva mai visto o sentito, La Rossa dice di avere copia di tutto il materiale conservata in un cd, e ordina al suo staff di farne copia.

Ma poi si presenta caso strano a mani vuote, e sotto giuramento afferma di essere stata testimone dei seguenti accadimenti: la copia del cd doveva essere eseguita da un suo collaboratore, il Maresciallo Spello, il quale, seduto alla scrivania, nell’inserire il cd nell’apposito vano del pc, ne perdeva improvvisamente il controllo.

Il cd, nella sua caduta in verticale, non si sa come (forse attraversando un corridoio spazio-temporale generato da un buco nero temporaneo creato da un amico marziano attraverso uno stargate) superava il piano della scrivania, cadeva sul sottostante ginocchio del maresciallo, ivi polverizzandosi in migliaia di pezzi che ne rendevano impossibile ogni tipo di utilizzo….

Peccato, perché il Maresciallo Spello, come testimoniato dalla stessa Boccassini sotto giuramento, aveva tentato di tutto con le sue 4 mani (sì, QUATTRO MANI, come si evince dal racconto della Rossa, 3 “di servizio” e una per le speciali emergenze…..) per fermare la caduta del cd, consapevole che il suo ginocchio bionico lo avrebbe disintegrato in mille pezzi……………..

mercoledì 27 ottobre 2010

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target

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100% liquidità
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100% liquidità
chiuse rimm
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100% liquidità
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short 30k brcm 39,85
ora brcm 39,70
ora rimm 55,04
prese brcm prezzo medio 39,80
short 15k rimm 55,45
short 30k brcm in preapertura a mercato

martedì 26 ottobre 2010

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100% liquidità

targets

EBAY Short 50000 28,45 28,77
EBAY Short 50000 28,55 28,77
EBAY Short 50000 28,63 28,77
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EBAY Short 50000 29,14 28,77
         
RIMM Short 15000 54,90 55,70
RIMM Short 15000 55,06 55,70
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chiuse rimm
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short 50k ebay 28,45

La quiete dopo la tempesta.... e forse anche le auto.....

Stelvio

sabato 23 ottobre 2010

Lezione di chitarra..............................

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Tateyama Japan
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Grazie a Napolitano, grazie a Silvio, grazie a San Gottardo


Da molti anni l’Italia sta dimostrando al mondo intero di essere l’unica democrazia nella quale decide tutto non la larga maggioranza, ma una piccola minoranza in via di estinzione, che proprio per questo motivo si aggrappa quindi disperatamente ai gangli vitali del potere/controllo (ovviamente quelli non eleggibili dal popolo).

In tutto il resto del mondo democratico, tranne che nello stivale, se la maggioranza bulgara del Parlamento (o comunque venga chiamata localmente la “casa delle decisioni”) e dei cittadini vuole una legge, non esiste che tale legge non sia, altrimenti è regime, ossia “potere in mano a pochi contro il volere di tanti”, e come tale va combattuto, anche a costo di una guerra civile dei “tanti” contro i “pochi” per riprendersi la propria nazione.

Secondo molti studiosi, il primo passo verso una guerra civile di questa natura, in uno stato moderno, è la “fuoriuscita di capitali/investimenti”, poiché moltissimi imprenditori sono pronti al “rischio d’impresa”, moltissimi investitori al “rischio d’investimento”, quasi nessuno al rischio di vedere vanificati anni e anni di sforzi da 5 minuti di invidia schiumosa di quattro gatti con la terza media, ma col potere decisionale in mano.

Godono i paesi democratici vicini, dove tali capitali vengono trasferiti e investiti secondo regole magari scomode, ma perlomeno certe, decise da maggioranze istruite e inattaccabili da minoranze scarsamente scolarizzate (che esistono ovunque, che vengono rispettate ovunque, ma che ovviamente non decidono nulla ovunque, tranne che in Italia).

Piangono di conseguenza i governati dalla minoranza, sia amici sia nemici della minoranza stessa, poiché inizia una crisi economica da mancanza di capitali freschi, che sfocia in una inevitabile perdita di posti di lavoro, “servizi”, “welfare” e via così.

Una gran pacchia per comunisti e sindacati, ma solo “temporanea”.

Perché anche al più cretino di tutti, quando si prospetta la possibilità di dover andare a lavare i vetri ai semafori in un paese del terzo mondo, qualche neurone improvvisamente si risveglia dal lungo sonno.

Per questo motivo, da gestore per banche svizzere, vorrei ringraziare vivamente Napolitano per aver fatto un altro passo in questa direzione, e Berlusconi per non aver fatto nulla per porre un freno a questa deriva.



E vorrei ringraziare anche San Gottardo, il protettore dei tunnel.

Perché nel momento in cui (speriamo dopo che Napolitano e Berlusconi mi hanno fatto diventare molto, molto ricco), qualche teutonico imprenditore si accorgerà che un investimento triplo di quello previsto per il Ponte sullo Stretto verrà completamente vanificato dalla scarsa scolarizzazione di chi gestisce il tratto “da Chiasso sud in giù”, gli italici resistenti al regime dei pochi (pochissimi), potrebbero iniziare ad usufruire non solo della solidarietà nord europea, ma anche di qualcosa di più “pratico”.

Magari una nuova calata gotica.

venerdì 22 ottobre 2010

Poffarbacco.......

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100% liquidità
target 100% ebay 28
short 50k ebay 28,06
target ebay 27,92
short 50k ebay 28
100% liquidità
target 100% nvda 11,81
short 50k nvda 11,89
rimasti con le sole NVDA da chiudere a 11,72

Mafia Rossa



Venerdì 22 Ottobre 2010


La querela di Berlusconi a Report


Se è vero quanto dichiarato dall’avvocato Ghedini che molto prima che Report andasse in onda, essendo stati pubblicati sui giornali articoli dello stesso tenore, aveva chiesto alla conduttrice di integrare il proprio materiale con tutta la documentazione chiarificatrice che l’avvocato poteva e desiderava metterle a disposizione, e che questa disponibilità è stata rifiutata, ha fatto bene Berlusconi a querelare gli autori del servizio. 


Significa, infatti, che la parzialità del servizio stesso era voluta poiché si sapeva in anticipo che molte cose erano già state chiarite.


La querela del resto, a fronte del rifiuto, era stata annunciata dallo stesso avvocato. 


La Gabanelli aveva risposto: Prima si veda il servizio, poi caso mai si quereli. 


È ciò che è successo, e dunque, la conduttrice sapeva già in anticipo che sarebbe accaduto. 


Di che si lamenta? 


Si atteggia a vittima. 


Vittima di che? 

Caso mai la vittima è Berlusconi, che già aveva chiarito mesi fa in ogni sede e luogo la faccenda di Antigua.


La verità è che si è voluto aprire un fronte per difendere l’inciucio monegasco. 


Ma con niente fortuna, visto che tutti sanno ormai che sono due casi diversi. 

Quello di Berlusconi trasparente; opaco assai quello di Fini.


Bisognerebbe, se se ne avessimo i mezzi, anche economici, difenderci tutti dai camuffamenti della verità che certi personaggi sanno fare meglio di un prestigiatore, e indurli così a prendere un po’ dimestichezza con la verità e con l’onestà intellettuale. 


Ci vorrebbe per questo anche una sana magistratura, ovviamente.


Ieri a Annozero, Santoro si è permesso di snobbare Luigi Paragone, quasi a ridicolizzarlo. 


Paragone conduce il venerdì sui Raidue un talk show che seguo con molto interesse. 


Si intitola L’ultimaparola. Soltanto che è mandato in onda in un orario impossibile, ore 23,45. 


Quasi a mezzanotte. 


Il motivo? 


Suppongo che stia nel fatto che Luigi Paragone è un conduttore di centrodestra, e per questo motivo non ha diritto di scendere in prima serata, come Annozero e Ballarò. 


Vi assicuro che è un programma ben fatto e con ospiti sempre di primo piano. 


Ma l’orario gli taglia le gambe, nonostante, come ha fatto sapere Paragone rispondendo alla puzza al naso di Santoro, che in quella fascia è uno dei programmi di maggior successo della seconda rete.



Vogliamo dargli una mano, incrementando l’audience in modo che qualcuno possa accorgersene e fargli guadagnare una fascia di ascolto migliore?










http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=30183
chiuse yhoo
chiuse ebay
target ebay 27,70
target yhoo 16,32
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short 50k nvda 11,80
short 50k yhoo 16,40
short 50k ebay 27,78

giovedì 21 ottobre 2010

100% liquidità
target adbe 27,65
target cien 13,50
long 30k adbe 27,52
long 50k cien 13,42

Oggi le comiche.....



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100% liquidità
target ebay 27,80
short 50k EBAY 27,90
100% liquidità
chiuse ebay
target ebay 27,96
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short 100k ebay 27,96
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short 50k ebay 27,49

mercoledì 20 ottobre 2010

Un Bocchino vale mille Berlusconi




Qualche settimana fa, sulle home di Virgilio e Libero (quello di Infostrada/Wind) comparivano le allucinanti quanto numerose esternazioni in difesa della “libertà di stampa ed espressione” riguardanti la seguente notizia “ufficiale”: pare che sui “social network/forum/community” o come volete chiamarli, esistano oltre mille “gruppi di persone” che si “scambiano libere espressioni” che inneggiano all’assassinio di Silvio Berlusconi.

Il “record assoluto” pare sia stato stabilito pochi giorni dopo l’attentato della statuetta, ma pare anche che negli ultimi giorni tale record sia a rischio.

E pare che l’indignazione generale di cui sopra sia stata la naturale reazione di “uomini liberi” a “quegli sporchi fascisti” che avrebbero voluto portare all’attenzione del Parlamento la proposta di far intervenire la Polizia Postale per rintracciare quelle “povere persone cui il nuovo duce vuole tappare la bocca in qualunque modo, addirittura su internet, che in tutto il mondo è, appunto, libertà totale di espressione”.




Alcuni giorni fa una “libera donna” ha creato un gruppo “facebook” per chiedere consigli ad eventuali “liberi amici online” su come risolvere il proprio, gravissimo problema: durante una breve vacanza con amici maschi si era slogata, non è dato sapere in qual modo, una mascella, e non trovava rimedio.

Pare che in poche ore siano stati creati numerosi altri gruppi di libere persone, pare in larga prevalenza di sesso maschile, per organizzare brevi vacanze con la signorina di cui sopra.

In nome della dignità di tutte le donne, la questione verrà probabilmente proposta all’attenzione del Parlamento da due elette nelle fila del PD.

Evidentemente un Bocchino vale mille Berlusconi.

target cien 6,90
long 100k amd 6,84

martedì 19 ottobre 2010

100% liquidità
target cien 13,42
long 70k cien 13,37
100% liquidità
target 100% cien 13,46
long 100k cien 13,36
Scritto da Franco Bechis   
Tuesday 19 October 2010
Image
Libero - Operazione fallita. Milena Gabanelli e il suo Report hanno tentato di lan­ciare al povero Gianfranco Fini un salvagente bucato nel disperato ten­tativo di trovare anche per Silvio Ber­lusconi uno scandalo "casa di Montecarlo", perfino più grave. Domenica sera Report ha avvolto di mi­steri l'acquisto da parte di Berlusconi di cinque ville e un terreno ad Antigua, nelle Antille. Operazioni milionarie, "opache" ha sostenuto la Ga­banelli. Opache perché è mi­steriosa la proprietà della Fiat Point Development di Anti­gua, la società che ha venduto al Cavaliere. Bisogna chiedere subito chiarezza, ha senten­ziato la conduttrice di Report, come si è fatto (senza ottenere nulla) con la casa a Montecar­lo. E ieri il mistero si è dilegua­to in un minuto. Perché il pro­prietario della Fiat Point De­velopment, l'avvocato Carlo Postizzi, ha svelato il presunto mistero che tale non era. IL COMUNICATO "Con riferimento alle noti­zie apparse in questi giorni su alcuni quotidiani italiani", ha spiegato Postizzi in un comu­nicato, "e alla trasmissione te­levisiva Report di ieri, 7 otto­bre 2010, su Rai3, devo preci­sare che il gruppo costituito dalle società Emerald Cove e Fiat Point dal 2001 fa capo sia alla società Kappomar Hol­ding nv controllata giuridica­mente ed economicamente da me come azionista di rife­rimento e da altri azionisti sia minoritariamente al signor Michael Barry, cittadino irlan­dese. Tutti questi soggetti nul­la hanno a che fare con il presidente Berlusconi e/o con il suo gruppo". Nel lungo co­municato Postizzi spiega di avere acquisito i terreni ad Antigua da un altro gruppo italiano, Maltauro che li aveva comprati da un imprenditore locale. I terreni sono poi stati venduti a Berlusconi a prezzo di mercato, regolarmente iscritto nei bilanci della socie­tà certificati da primario grup­po internazionale. Infine ulti­ma stoccata di Postizzi: "Anti­gua non è in black list, ma al contrario è in white list". Non è dunque un paradiso fiscale.
Lanciato un po' frettolosa­mente quel salvagente bucato è stato maldestramente affer­rato solo dai finiani e dal quo­tidiano Repubblica che non fanno mai gli schizzinosi quando si lancia qualche osso berlusconiano da spolpare. Resta però il fatto che una tra­smissione del servizio pubbli­co radiotelevisivo, che pure aveva costruito la sua fama su alcune inchieste documenta­te, abbia confezionato senza verifiche un servizio smentito in 24 ore al solo scopo dichia­rato di esercitare il ruolo di avvocato difensore del presi­dente della Camera dei depu­tati. Operazione maldestra, perché fra Berlusconi-Antigua e Fini-Montecarlo non c'era davvero alcun parallelo possi­bile ad occhio nudo. Quel che è avvenuto ieri lo sottolinea con assoluta evidenza: nelle Antille il mistero si è sciolto in meno di 24 ore, a Montecarlo in due mesi e mezzo non è saltata fuori nemmeno l'om­bra del proprietario della casa svenduta da Fini. Ma i casi erano non compatibili anche a prescindere dal finale. Se­condo la tesi della Gabanelli il mistero ad Antigua avrebbe riguardato l'identità di chi ha venduto casa a Berlusconi. A Montecarlo è vero l'opposto: è certa l'identità del vendito­re, fu misteriosa quella del compratore a sconto. Oggi lo è meno, perché decine di in­dizi fanno ritenere che il com­pratore a cui sia stato fatto quel regalo sia Giancarlo Tul­liani, cognato di Fini.
ALTRO PUNTO
Secondo particolare, non indifferente: Berlusconi com­pra per sé casa con soldi suoi. Fini vende sottocosto una ca­sa a Montecarlo regalando all'acquirente la differenza. Quei soldi regalati non sono di Fini, ma di Alleanza Nazio­nale. Il paragone dunque non era possibile, perché si tratta di due transazioni che sono il giorno e la notte. In compen­so la Gabanelli ha spiegato che quel servizio era motivato da un aggiornamento di un precedente servizio (come è andata a finire?) sui "misteri di Banca Arner", su cui Berlu­sconi e i figli Marina e Piersilvio avevano depositato 60 mi­lioni di euro. Se l'interesse fosse stato giornalistico, gli aggiornamenti sarebbero stati possibili eccome, senza per forza inventario nuovi misteri. Ma Report non li ha dati. Ma­rina da tempo non ha più da­to in gestione ad Arner nulla della sua Holding quarta. Piersilvio si fa amministrare 20,6 milioni della Holding quinta e Silvio 10,3 milioni della Holding seconda e 10,2 milioni della Holding Ottava. Se proprio non si voleva fati­care a consultare tutti i bilanci della famiglia Berlusconi, sa­rebbe bastata una ricerca sul­la raccolta di Libero, che ave­va già aggiornato il servizio di Report nel marzo scorso. Ma non era quello lo scopo della Gabanelli...



target cien 13,66
long 50k cien 13,58
100% liquidità
chiuse cien
targets:


rimm  47,25


cien  13,85
long 50k cien 13,75
long 20k rimm 46,90
rimasti con le sole rimm da chiudere a 47,60
ora brcm 36,22
ora cien 14,05
ora ibm 137,35
long 10k ibm 136,80
long 50k cien 13,90
ora aapl 305,30
long 20k rimm 47,40
long 10k ibm 137,20
long 50k cien 14
long 30k brcm 36
long 2000 aapl 300,70

Il capolavoro finale di Repubblica


Tutte le quazzate olimpiche inventate dai media negli ultimi mesi su Berlusconi&C. hanno sempre regolarmente sortito l’effetto opposto allo sperato sull’elettorato: i sondaggi dimostrano che nessun “destro” ne è mai stato minimamente sfiorato, mentre qualche “sinistro” inizia a porre per la prima volta dei se e dei ma.

Ma in queste ore il clan di Repubblica/Mamma RAI ha realizzato il vero capolavoro, in grado di ribaltare una partita che appariva senza speranze: è riuscita ad invertire un mostro con la vittima, sbriciolando in tal modo in molte zone d’Italia la compattezza PDL-Lega (in entrambi i fronti).

Da qualche giorno tutti gli amici svizzeri coi quali collaboro per lavoro, mi ripetono ossessivamente che di situazioni come quella accaduta nella metropolitana romana se ne sono verificate tantissime anche nei paesi “teutonici” come Austria, Svizzera e Germania, e che in tutti i casi, nessuno escluso, opinione pubblica e media di quei paesi hanno concordato al 100% nello stigmatizzare l’ignoranza e inciviltà dello slavo/islamico di turno, uomo o donna che fosse, applaudendo al contrario al senso civico di coloro che hanno saputo reagire alla prevaricazione e alle conseguenti minacce, insulti, sputi e “botte” varie.

Sono quindi tutti basiti di fronte all’incredibile tentativo dei media nostrani, e alla totale apatia dell’opinione pubblica nell’assecondarlo, di far passare come vittima una persona che, campionessa di ignoranza e inciviltà, prima “se ne frega delle persone oneste in fila”, poi “aspetta fuori” chi ha osato ricordarle che in Italia “si fa la fila”, per riempirlo di schiaffi, sputi, spintoni, insulti e minacce inseguendolo a tale unico scopo per decine di metri di cammino, travestendo poi da “lurido assassino” chi, come chiunque possegga un minimo di onestà e dignità, portato all’esasperazione “le tira una manata”.

Sentendomi ancora (anche se in casi come questo, con vergogna) “parzialmente italiano”, ho tentato di abbozzare un’ipotesi difensiva dell’italica imbecillità di fronte all’onestà, civiltà e dignità teutonica, paragonando quest’ultima situazione a quelle tante, secondo me simili, nelle quali lo slavo che entra con un coltello in mano in una gioielleria e si becca una fucilata in Italia è una povera vittima di un porco gioielliere assassino, ma mi è stato risposto che in teutonica contrada il ventenne romano e il gioielliere ricevono onorificenze dal sindaco, nell’italico letamaio Alemanno si costituisce parte civile contro il lurido assassino e dedica una piazza all’ignorante incivile insultatrice che ti insegue per decine di metri per “menare le mani”.

E poi si fa finta di non capire perché gruppi facebook d’oltralpe inneggino agli ultrà della Roma amici del “lurido assassino” quando organizzano casini al grido di “e se rincorriamo noi quelli della juve per menaje e sputaje adoso nella metropolitana, ce entitolade ‘na piaza anche anojaltri?.....”

lunedì 18 ottobre 2010

100% liquidità
target amd 6,98
long 100k cien 6,90
target amd 7,01
long 100k amd 6,94
target amd 7,05
long 100k amd 6,99
target amd 7,10
long 100k amd 7,04
100% liquidità
target amd 7,10
long 100k amd 7,04
100% liquidità
target goog 612,50
short 2000 goog 616
100% liquidità
target aapl 317
chiuse amd
short 2000 aapl 318,30
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long 100k amd 7,07
100% liquidità
chiuse adbe
target adbe 27,70
target cien 14,55
long 30k adbe 27,60
target adbe 27,80
long 30k adbe 27,70
long 50k cien 14,40

venerdì 15 ottobre 2010

Rammstein in Berlin

Rammstein in Berlin (2)

Rammstein in Berlin

Rammstein in Berlin
chiuse amd
CIEN Long 50000 14,67 14,61
CIEN Long 50000 14,59 14,61
CIEN Long 50000 14,49 14,61
         
AMD Long 100000 7,10 7,16
long 50k cien 14,49
chiuse aapl e goog
GOOG Short 2000 598,85 598,30
GOOG Short 2000 599,90 598,30
         
CIEN Long 50000 14,67 14,67
CIEN Long 50000 14,59 14,67
         
AMD Long 100000 7,10 7,16
         
AAPL Short 2000 309,92 309,20
AAPL Short 2000 310,10 309,20
chiuse yhoo
short 2000 gogg 599,90
short 2000 aapl 310,10
long 50k cien 14,59
short 2000 aapl 309,92
YHOO Short 50000 16,68 16,60
GOOG Short 2000 598,85 597,00
CIEN Long 50000 14,67 14,75
AMD Long 100000 7,10 7,16
long 100k amd 7,10
short 50k yhoo 16,68
short 2000 goog 598,85
long 50k cien 14,67

giovedì 14 ottobre 2010

100% liquidità
AMD Long 100000 7,08 7,08
AMD Long 100000 7,02 7,08
target amd 7,08
long 100k amd 7,02
target amd 7,13
long 100k amd 7,08
100% liquidità