sabato 10 settembre 2011

Risposta per Andy444, ma interessante per tutti.

Una macchina fotografica digitale è uno "scatolino" con un occhio, detto "sensore", che "congela" (in una matrice di "punti colorati") "tutto ciò che gli sta di fronte" al momento dello scatto.

Per modificare "ciò che gli sta di fronte", utilizziamo gli "obbiettivi", che sono (per grandissime linee) degli "occhiali" che poniamo davanti al sensore/occhio della nostra fotocamera digitale.

L'obbiettivo definito "50mm" è quello che "vede come il nostro occhio", ossia, con un 50mm davanti, il sensore vede una immagine molto simile per dimensioni e caratteristiche a quella che in quel momento "vediamo ad occhio nudo" davanti a noi "che stiamo per scattare una foto".

Un obiettivo "100mm" ingrandisce 2 volte (100=2x50mm standard) "quello che il sensore vede", un "300mm" ingrandisce 6 volte (300=6x50), un 1000mm ingrandisce 20 volte (1000=20x50).

Analogamente, un obiettivo 25mm "rimpicciolisce 2 volte" (nel senso che stiamo per vedere) l'immagine "vista" dal sensore (25=50:2), un "10mm" la rimpicciolisce 5 volte (10=50:5).

Problema: l'occhio/sensore è studiato per spedire alla CPU della nostra macchina fotografica sempre e solo una matrice di punti colorati di uguali dimensioni, qualunque cosa "veda davanti a sè".

Quindi se "davanti a sè" ha un'immagine 4 volte più grande "del normale", ossia sto utilizzando un  obbiettivo 200mm,  il sensore ne "congelerà/fotograferà" solo un quarto.

Simmetricamente, se utilizziamo un 25mm, il sensore "congelerà" il doppio di superficie/immagine rispetto ad un 50mm.

Per questo si dice che "un 100m inquadra un angolo di campo dimezzato rispetto ad un 50mm, ma gli oggetti inquadrati risultano di dimensioni raddoppiate", oppure, simmetricamente, si dice che "un 25mm inquadra il doppio di angolo di campo di un 50mm, ma gli oggetti inquadrati risultano di dimensioni dimezzate".

Il tutto, come detto, per "spedire alla cpu della fotocamera digitale una matrice di punti sempre uguale per dimensioni".


La prossima immagine rende più "visibile" tale concetto ("focal lenght"=lunghezza focale dell'obbiettivo, ossia "i mm" che leggiamo sulle sue caratteristiche, "field of view"="angolo di campo inquadrato):




Ad esempio, per inquadrare "tutto ciò che sta davanti a noi (anche dove l'occhio umano non può arrivare"), ossia per "inquadrare 180 gradi campo visivo, dobbiamo utilizzare un obiettivo da 7,5mm ma dobbiamo accontentarci di vedere gli oggetti che ci stanno di fronte, rimpiccioliti in dimensioni di circa 7 volte rispetto a come li vede l'occhio umano al momento dello scatto.

Simmetricamente, se poniamo davanti alla nostra fotocamera un obiettivo da 1200mm, vedremo gli oggetti 24 volte più grandi rispetto a come li vede il nostro occhio umano, ma dovremo accontentarci di "congelare" nella foto finale solo un ventoquattresimo "di ciò che vedevamo ad occhio nudo".

E' facile quindi concludere che, se voglio immortalare uno stambecco a 50 metri da me (="forse è uno stambecco, ma ad occhio nudo lo vedo così piccolo che ho dei dubbi"), devo utilizzare obiettivi "con tanti mm", se al contrario voglio immortalare un'intera sfilata di auto d'epoca "che non ci sta tutta dentro all'inquadratura", devo utilizzare un obiettivo "con pochi mm".

A tale proposito risulta molto interessante l'immagine seguente:




La persona inquadrata è posta ad una trentina di metri dalla fotocamera, e l'occhio umano la "vede" delle stesse (circa) proporzioni della sesta inquadratura, corrispondente ai "50mm", la "visione standard" di una macchina fotografica.

La prima inquadratura è la "visione di un 16mm": la "persona" è vista di dimensioni 3 volte più piccole rispetto al 50mm (e all'occhio umano), ma l'inquadratura comprende il triplo di "strana costruzione giallastra" rispetto al 50mm.

Simmetricamente, col 600mm vediamo la "persona" 12 volte più grande rispetto al 50mm, ma, a forza di "stringere l'angolo di campo", nella nostra foto finale non rimarrà più nulla della "strana costruzione" intorno alla "persona".


Attualmente sul mercato esistono, "agli estremi", obiettivi in grado di inquadrare oltre 180° di angolo di campo, per fotografare, ad esempio,  i "panorami più estesi", fino ad arrivare sul lato opposto della scala ad obiettivi di 1300mm e oltre, in grado di immortalare soggetti posti a svariate decine di metri di distanza, o di riempire la nostra intera foto con una immagine della luna e dei suoi crateri.

Più ci si allontana, in entrambe le direzioni, dalla "visione standard", ossia dagli obiettivi 50mm, più tali obiettivi si complicano in fase di costruzione e più il sistema di lenti utilizzate diventa complesso, e quindi il loro costo aumenta a dismisura.

Così, coloro i quali volessero avere a disposizione un corredo di obiettivi in grado di coprire ogni possibile esigenza di "scatto", dall'immenso panorama che ci circonda sull'Aiguille du Midi fino al "cucciolo" di camoscio nel Parco Nazionale del Gran Paradiso che fugge a diverse decine di metri di distanza da noi, dovrebbero investire un patrimonio prima in obiettivi, poi in un suv per trasportarli a Courmayeur o a Cogne.....

Impensabile.

Per fortuna ci vengono in aiuto alcune considerazioni spesso al di fuori della (limitatissima) portata delle menti dei sedicenti "esperti di fotocamere digitali" (per i quali la matematica è un'opinione della stessa portata del global warming..... da un insieme di dati di precisione un decimale, si ottengono statistiche fino al terzo decimale...... belli ed abbronzati, mai detto intelligenti......).

Prima tra tutti, la considerazione che gli attuali sensori, anche i Cmos più avanzati (magari retroilluminati) permettono una qualità per ora scadentissima, quindi è assolutamente inutile mettere degli occhiali perfetti se il nostro occhio è già di per sè difettoso in partenza.....

In secondo luogo, vengono costruiti "zoom" in grado di realizzare (a costo ovviamente differente rispetto alle ottiche "fisse") con continuità tutti gli obbiettivi rientranti in un determinato range: ad esempio, il già citato Sigma 300-800mm copre tutto il range da 300 a 800m con continuità, nel senso che, con un banale movimento "a pompa", in una frazione di secondo si può passare da un estremo all'altro (o a qualunque passo intermedio).

E'chiaro che per realizzare "tanta roba in un oggetto solo" occorre scendere a compromessi con lenti e meccanismi, ma se, come detto, il "sensore" è ancora distante anni luce dalla perfezione, è assolutamente inutile pretendere quest'ultima dagli occhiali

Terzo, la scarsa "sensibilità/precisione" dell'occhio umano (la stessa che ci permettere di individuare una "profondità di campo" che "ci fa mettere a fuoco" non un solo piano, ma tanti) rende impossibile "fare distinzioni al di sotto di un determinato livello di qualità" confrontando "a valle" due foto scattate nelle medesime condizioni "ambientali", ma con corredi molto differenti.

E via così.





Riassumendo, come dice Sigma, una delle più grandi aziende di realizzazione di obiettivi...


Questo perchè, per ora, i sensori sono scadenti, quindi è inutile avere occhiali perfetti se l'occhio è quello che è.

Per poter affrontare (quasi) ogni situazione fotografica possibile, servirebbero decine di obiettivi, a fronte di costi ed ingombro impensabili: finchè i sensori saranno scadenti, è inutile cercare il pelo nell'uovo e quindi lasciarsi spolpare da pseudoesperti a caccia di facili guadagni, meglio valutare ad uno ad uno gli oggetti e calcolare in quale percentuale dei nostri scatti sarà possibile vedere "a valle" una reale differenza.

Gli zoom, che coprono intervalli a volte considerevoli di obiettivi, sono un compromesso quasi sempre accettabile, per non dire discreto, per i motivi di cui sopra: nella stragrande maggioranza dei casi è quasi impossibile "vedere le differenze nelle foto finali" tra zoom e "ottiche fisse (in lungh)", così come risulta quasi impossibile distinguere tra risultati da zoom "superfighi Nikon, Canon, Pentax ecc." rispetto a zoom "non originali" acquistabili con uno, a volte due zeri in meno.

Infine, ad essere "precisini" e quindi "meglio niente che scadente", si fa la fine perfettamente fotografata dall'immagine multipla di cui sopra: la "persona" posta a 30 metri poteva essere Mike Tyson o Miss Universo, che con una tanto osannata "reflex di prima fascia con obiettivo superfigo" non ce ne potevamo accorgere, con un millimetro di qualità in meno e due zeri in meno da sborsare, possiamo contarle i peli del naso...... il mondo è dei pirla, finchè gli svegli stanno zitti.....