mercoledì 6 gennaio 2010

Cojones copenhagensis



Il volto oscuro dell'ecologia

E' ideologico credere che dopo la caduta del Muro di Berlino le ideologie siano finite.

A parte il gioco di parole, leggendo il nuovo libro del giornalista e scrittore transalpino Laurent Larcher, Il volto oscuro dell'ecologia, salta agli occhi come l'ecologismo si candidi ad essere la nuova ideologia del XXI secolo, che porta avanti un progetto di società, cultura e civiltà alternativo alla realtà attuale.

Veniamo letteralmente bombardati ad ogni piè sospinto dalle notizie sulle catastrofi naturali, su più o meno grandi sconvolgimenti climatici, sulla rovina e distruzione di splendidi ecosistemi, insieme con l'agitarsi dello spauracchio di estinzioni di stupende specie animali e vegetali.

Non c'è persona che non venga oggi almeno un po' contagiata dalla sensibilizzazione pompata contro inquinamenti, effetti serra, buchi dell'ozono, piogge acide, ecc... ed a favore del rispetto per l'ambiente.

Ma il punto non è l'amore per la natura.

Su questo non ci piove.

Non si può cioè non essere d'accordo sulla necessità di avere a cuore la difesa dell'ambiente naturale.

Il problema è che l'ecologismo verde, da gruppo di pressione movimentistico e politico, è divenuto un'ideologia potente dai contorni sì variegati ma con un'essenza sostanziale di fondo in antitesi con le fondamenta della civiltà europea ed occidentale.

Ad un'analisi delle dichiarazioni e degli scritti dei guru e dei maître à penser ecologisti spicca come in esse vengano fatti fuori antropocentrismo e primato naturale della persona umana su animali e piante, in favore del biocentrismo e della centralità della Natura.


Dunque la dea Gaia, la Madre Terra sarebbe il grande corpo vivente, quell'Uno olistico di cui noi esseri umani non siamo che membra insignificanti se non addirittura nefaste ed insidiose.

Una delle correnti dell'ecologismo è l'animalismo.

Secondo simile dottrina merita di venire ora condannato di «specismo» (nuova variante del razzismo) chi non vuol piegarsi ad accettare l'allargamento ed equiparazione dei diritti umani agli animali, cominciando - perché no - da primati e grandi scimmie.

Si pretende di annullare in un sol colpo la differenza ontologica tra persone ed animali, dimenticando che gli esseri umani si caratterizzano per essere dotati, tra l'altro, a differenza delle bestie, di anima, coscienza e libero arbitrio, contemplazione, comunicazione, progetto ed azione.

Si riesce ad andare così anche al di là del determinismo (darwiniano) relativo all'istinto di sopravvivenza.

Da questi punti di vista, sono note le pressioni che le influenti lobbies degli ecologisti radicali esercitano sull'orientamento politico e giurisprudenziale dell'Unione Europea così come di organismi internazionali quali l'ONU.

Ciò che va rilevato e poi affrontato è il grande attacco all'umanesimo classico occidentale ed alle radici giudaico-cristiane, portato avanti sempre più dall'ecologismo radicale, intriso com'è di paganesimo, panteismo, gnosticismo, filosofie orientali e finanche esoterismo-occultismo di influsso New Age.


Si vuol persino dare personalità giuridica e dignità intangibile alle piante ed agli animali, e contemporaneamente, proprio allo scopo di venerare e non recare fastidio alla Natura, si propugnano, riguardo gli esseri umani, campagne di pianificazione delle nascite nella direzione appunto di aborto, eutanasia e denatalità.

Secondo la propaganda ecologista, l'ecosistema sarebbe messo in crisi dal fatto che «siamo in troppi» su questa terra, dunque occorre che noi umani ci mettiamo da parte per «togliere il disturbo».

A parere di taluni intellettuali che abbracciano siffatto approccio bisognerebbe altresì prendere a modello non più la civiltà moderna, fatta di progresso e sviluppo economico, scientifico e tecnologico, ma, sulla scia del «mito del buon selvaggio» rousseauviano, certune comunità primitive: queste sì che sapevano vivere e stare in armonia ed equilibro con la Natura!

Per alcune correnti di matrice neopagana ed esoterica, ci approssimeremmo nell'attuale fase storica ad andare dall'Era dei Pesci (contrassegnata, in soldoni, dai duemila anni di cristianesimo) alla nuova Età dell'Acquario (post-cristiana).

E si desidera un balzo in avanti progressista ma concepito per certi aspetti come una sorta di nuovo ritorno ad un Eden primordiale, una mitica «età dell'oro» dove l'uomo fa tutt'uno con la Natura e la Terra deificata e divinizzata.

In risposta agli ecologisti radicali, che albergano ed attecchiscono politicamente soprattutto a sinistra, e che vorrebbero ridurre l'uomo al rango di mera «particella della natura», è l'umanesimo cristiano che bisogna riaffermare, perché è l'unico che difende l'assoluta ed inalienabile dignità della persona umana.


L'uomo è naturalmente chiamato non ad essere superstiziosamente sottomesso, ma a dominare la natura, non già certamente nel senso di distruggerla o degradarla, bensì nel senso di fare di tutto per bene amministrare e governare la Terra, sulla base delle scoperte tecnico-scientifiche e del retto uso dell'intelligenza e della ragione.

Il rispetto della salvaguardia del Creato non è in contraddizione con un sano progresso. Il modo migliore per difendere l'ambiente non è allora quello di declassare l'uomo, sacrificandolo nella speranza di «propiziarsi» la dea Natura, ma combattere semmai le derive relativiste, nichiliste, edoniste ed utilitariste che offuscano e compromettono i valori morali irrinunciabili su cui poggia la nostra civiltà e che fanno da pilastro sia ad un giusto progresso tecnico che alla migliore possibile salvaguardia dell'ambiente.
Comunicazione per tutti

La strategia che ha realizzato oltre 3000 operazioni consecutive in gain su Wall Street, di cui da tempo state seguendo uno “stralcio” in questo e in altri blog/forum/siti, ottiene i risultati che avete potuto constatare in real time, partendo da condizioni ottimali (leve, commissioni, stop-loss ecc.) banalmente ottenibili presso numerose banche/brokers stranieri ove ci si presenti “interessanti”=”capitali elevati”, mentre, da quanto mi state scrivendo da tempo, è invece durissima ottenere tali condizioni “ognun per sé” (salvo essere “molto ricchi”).

Un gruppo di investitori, costretti per motivi personali e spesso aziendali a “rimanere con la propria banca”, ha verificato che le migliori condizioni strappabili a quest’ultima “assomigliano molto” a quelle Fineco, quindi sta provando a formare una squadra che renda interessante per tutti, sottoscritto compreso, un progetto di “aggiustamento” della strategia d’investimento sul modello “simil-Fineco”

Se altri investitori fossero interessati a questo “aggiustamento” (pur ben consapevoli che se decidi di rompere due costole a Valentino e forare le gomme alla sua Yamaha non dai più 2 giri a Pedrosa&C.…..), potrebbero segnalare questo proprio interesse al solito cham1020@libero.it per avere un’idea di quali numeri stiamo parlando, sia in termini di “investitori”, sia in termini di “capitali”.

Tale segnalazione, ovviamente anonima e conseguentemente “senza alcun impegno di alcun genere” (potete aprire una nuova casella email per non essere “riconoscibili”), servirà solo a calibrare un po’ meglio la nuova strategia “strangolata su Fineco”, poiché in futuro risulterà ovviamente molto differente “entrare su Intel” con qualche migliaio di dollari o farlo con qualche milione.

Buon Anno a tutti.