lunedì 14 maggio 2012

Caspita, quante ondate di caldo anomalo in questa primavera......

14 maggio 2012, Sarajevo, soffice coltre in città, mezzo metro sulla collina alle sue spalle.....





100% liquidità
target vrtx 64,90
short 20k vrtx 65
target bmc 44
short 30k bmc 44,06
100% liquidità
target bmc 44,07
target bmc 44,07
short 30k bmc 44,15
short 30k bmc 44,15
target 100% bmc 43,82
target 100% bmc 43,82
short 30k bmc 43,97
target bmc 43,80
short 30k bmc 43,90
100% liquidità
100% liquidità
target bmc 43,28
target bmc 43,28
short 30k bmc 43,40
Per Salva61: in 2 o 3 diversi periodi di questa strategia documentata minuto per minuto in questi blog, siti e forum, abbiamo fatto vedere come esistano parecchie decine di titoli dello S&P100 e, al limite, del Nasdaq100, sufficientemente “nervosi” da permettere il “doppio gioco”.

Per “doppio gioco” si intende che, se, ad esempio, le particolari condizioni del mercato di un particolare momento “consigliano” una long “1000 RIMM 12,30 – target 12,50”, è sempre possibile inaugurare contestualmente anche una simmetrica “short RIMM 12,30 – target 12,10” senza mai rischiare di “lasciarci le penne”.

L’unico rischio che si corre è che, in molte situazioni, mentre l’inaugurazione dell’operazione “vera” consente di chiudere quest’ultima con profitto in poche ore, massimo (ma raramente) giorni, la chiusura di quella “del doppio gioco” può comportare evidentemente tempi più lunghi e un “sistema di correzioni in corsa” decisamente più complesso, poiché abbiamo iniziato “giocando contro il trend”.

Il concetto di base è, quindi, che con un po’ di attenzione e “velocità operativa”, alla fine “non si muore mai” anche se si sbaglia tutto quando “si inaugura”: al limite, si può soffrire più a lungo…..


Il secondo concetto cui facevi riferimento, legato a doppio filo al precedente, è il seguente: più “leve” e/o “commissioni” sono COMPLESSIVAMENTE vantaggiose, più “micro” possono essere le singole operazioni, sia come “numero di pezzi”, sia come “target”, quindi meno “sofferenze” dovrai sopportare nel corso della tua “carriera da trader”.

E’ chiaro che vadano valutate a priori tutte le possibili combinazioni di leve e commissioni che ciascun operatore può garantirti, poiché variano conseguentemente (e spesso non di poco) tutti i coefficienti da imporre alla strategia.

Infatti, come ti ha fatto giustamente notare il tuo collega, con alcune combinazioni di alte leve e basse commissioni “non proporzionali” al numero di pezzi scambiati, diventa più che “accettabile” anche una operazione da poche decine di RIMM, mentre con altre lo diventa solo per un numero decisamente superiore o per un target molto più “rischioso”.

Concludo ricordandoti che qualunque operatore europeo o americano può arrivare a “trattare” le proprie commissioni e/o leve se vi presentate numerosi e quindi “interessanti”, poiché il loro margine “iniziale” (=”quello che ti chiedono inizialmente per l’account”) è molto, molto più elevato del minimo sul quale potrebbero “viverci ugualmente”.

Questo perché gli operatori “calibrano” le proprie proposte iniziali sulle statistiche dei traders “normali” (poche operazioni, e “grosse”), ma poi intuiscono presto “che voi non siete quelli”, e quindi, se sono imprenditoriali, “scendono” (soprattutto se siete un bel gruppo).
Per Guglielmo della provincia di Como: il fatto che Mario Monti sia ancora “in salute” dopo tutto quello che ha combinato sulla nostra economia, dimostra inequivocabilmente quanto in Italia “comandino le banche”.

L’obiettivo delle banche sarebbe il “controllo al 100% di tutto ciò che si muove”, lo hanno raggiunto al 99% e contano di arrivare al 99,99% con la “tracciabilità del denaro”.

Lo 0,01% è rappresentato dai “fai da te in borsa”, che possono in un qualunque momento sfuggire al loro controllo: fino a quando rimarrà una percentuale così insignificante, per la lobby bancaria sarà sufficiente scrivere un paio di vaccate sulla carta stampata “specializzata” o “in rete” per travestirli da “pirati inaccettabili” (cosa buona e giusta per la maggior parte di loro, comunque….).

Cosa potrebbe accadere se i pirati “seri” trovassero un minimo di “notorietà positiva”?

Tante cose, ma soprattutto una: “la massa” scoprirebbe che il “metodo di investimento” utilizzato dalla lobby delle banche (e dintorni) è utile solo ed esclusivamente al loro “controllo totale” di cui sopra, ma è anche l’esatto opposto di quanto “andrebbe fatto”.

Più o meno come in queste settimane sta accadendo dalla Grecia alla Spagna, dalla Francia (al 20% rifugiatasi nei “neonazi”) alla Germania stessa, che ridicolizza la “cancelliera” ad ogni tornata elettorale arrivando a votare per qualunque “pirata” che si ribelli a quel “controllo finanziario di cui sopra”.

In altre parole, anche nel mondo degli investimenti (anche internazionali) ci si è inventati un insieme di “abitudini” e “regole” costruito per la sola utilità della lobby parassita che si sta facendo per l’ennesima volta salvare dal baratro a spese della “forza viva” di ciascun paese (foraggiando contemporaneamente spot televisivi con differente concetto di “parassita”…….).

Accade nel mondo “politico” come nel mondo “finanziario” (ammesso esista qualche differenza).

Ad esempio, il 99,9% degli risparmiatori italiani (ma anche europei in generale) pensa che l’insieme di regole e “leggi” che permettono ad un qualunque investimento di fregiarsi del pregiato “marchio di garanzia” di “autorizzato UE”, sia stato costruito per garantire all’investitore medio una “garanzia di sicurezza e professionalità”.

Una prima lettura di questo insieme di regole, confermato poi dai sempre pessimi risultati finali, dimostra invece come questo insieme sia l’esatto opposto di quanto “andrebbe fatto” se si volesse investire in un qualunque mercato, perché ti impone direttamente o indirettamente prima di “tirare ad indovinare sulla base dell’analisi tecnica”, poi di “rimanerci fermo ad oltranza nell’ottica del lungo periodo”.

Così prima si investe (“con autorizzazione”) nelle aziende più amiche della lobby, poi ci si rimane fermi in eterno, permettendo alla singola azienda della lobby di “mangiarci con stabilità (pagando tangenti per poterlo fare)” e alla banca di “congelare il rischio nel lungo periodo”, ossia “controllare i flussi” per lungo tempo.

Se poi l’azienda-amica, a forza di vivere di regalie anziché di imprenditorialità, entra in crisi, chi ci rimette è solo l’investitore, perché nel frattempo l’elite dirigenziale sia della singola azienda, sia della lobby (sempre ammesso che ci sia differenza tra le due…..), ha già spremuto utili da capogiro, “e passa ad altro”.

Per interrompere questo “circolo vizioso” esistono mille “soluzioni” proposte da mille soggetti differenti: 999 di queste soluzioni sono palesemente inutili allo stato pratico, ed infatti vengono proposte da 999 soggetti da sempre foraggiati da quella stessa elite che dicono di voler contrastare “legalmente”…… un po’ come accade in Val di Susa, dove con una banale azione legale internazionale si avrebbero mille possibilità in più di “venirne fuori”, ma tutti preferiscono andare in gita-premio a farsi fotografare mentre tirano sassate alle forze dell’ordine……

Premesso tutto questo, arriviamo al dunque: “le regole del buon investitore” inventate dalla lobby, servono solo a “congelarlo” senza permettergli di intuire che “andrebbe fatto l’esatto contrario”.

“L’esatto contrario” sarebbe investire piccole somme, per poco tempo e sui titoli “con prospettive reali di breve periodo”, situazione che, oltretutto, costringerebbe INTEL (esempio a caso perché “molto famosa”, ma vale ovviamente per tutte le aziende) a concentrarsi di più sull’evoluzione dei propri microprocessori anziché “addormentarsi sugli allori” delle mega-“commesse” ottenute con l’intervento diretto o indiretto della lobby……

Le banche della lobby, anche ove lo desiderassero, non sarebbero comunque in grado di seguire da un giorno a quell’altro questa strategia, poiché strutturate al 99% sulla spremitura del cliente, anziché sui di lui investimenti: in altre parole, tutta la “piramide” è “piano per piano” strutturata su altre “mansioni”, e non saprebbe come convertirsi (non parliamo di “vendere noccioline allo stadio”, ma di iniziare ad investire con profitto in mille mercati internazionali…) su altre attività particolarmente professionali per seguire adeguatamente gli interessi di milioni di soggetti oltretutto a quel punto “pretenziosi”……

Non che manchi lo spazio “per guadagnarci tutti”: se da sempre riesci a spremere “cento” mentre stai facendo perdere “mille”, figurati se non riuscirai a guadagnare (a quel punto, finalmente, meritatamente) “duecento” su chi stai facendo guadagnare “duemila”…..

Manca la volontà.

E poiché nel mondo finanziario nessuno, a parte noi, “regala niente”, la “volontà” è sempre e comunque la diretta conseguenza della “necessità”: per ora non è mai stato necessario per costoro “investire bene” perché “tanto nessuno ce la fa pagare” (=”cambio banca finché non trovo uno che ci sappia fare”), quindi nessuno “si è mai posto il problema”, perché “costa molto meno” travestire da “pirata assassino” una mosca bianca piuttosto che adattarsi ad un nuovo mondo chiamato “meritocrazia”.

E quindi “il finale”: “uno su mille ce la fa”….. ma ad una certa età preferisce girare il mondo anziché lottare contro i mulini a vento…. E se qualcuno “ne sentisse veramente la mancanza”, non andrebbe certo contemporaneamente a supplicare una banca salvata per l’ennesima volta da un Mario Monti qualunque “per farsi inchiappettare per la millesima volta” sul 95% del proprio capitale…..

Per Guglielmo della provincia di Como: il fatto che Mario Monti sia ancora “in salute” dopo tutto quello che ha combinato sulla nostra economia, dimostra inequivocabilmente quanto in Italia “comandino le banche”.

L’obiettivo delle banche sarebbe il “controllo al 100% di tutto ciò che si muove”, lo hanno raggiunto al 99% e contano di arrivare al 99,99% con la “tracciabilità del denaro”.

Lo 0,01% è rappresentato dai “fai da te in borsa”, che possono in un qualunque momento sfuggire al loro controllo: fino a quando rimarrà una percentuale così insignificante, per la lobby bancaria sarà sufficiente scrivere un paio di vaccate sulla carta stampata “specializzata” o “in rete” per travestirli da “pirati inaccettabili” (cosa buona e giusta per la maggior parte di loro, comunque….).

Cosa potrebbe accadere se i pirati “seri” trovassero un minimo di “notorietà positiva”?

Tante cose, ma soprattutto una: “la massa” scoprirebbe che il “metodo di investimento” utilizzato dalla lobby delle banche (e dintorni) è utile solo ed esclusivamente al loro “controllo totale” di cui sopra, ma è anche l’esatto opposto di quanto “andrebbe fatto”.

Più o meno come in queste settimane sta accadendo dalla Grecia alla Spagna, dalla Francia (al 20% rifugiatasi nei “neonazi”) alla Germania stessa, che ridicolizza la “cancelliera” ad ogni tornata elettorale arrivando a votare per qualunque “pirata” che si ribelli a quel “controllo finanziario di cui sopra”.

In altre parole, anche nel mondo degli investimenti (anche internazionali) ci si è inventati un insieme di “abitudini” e “regole” costruito per la sola utilità della lobby parassita che si sta facendo per l’ennesima volta salvare dal baratro a spese della “forza viva” di ciascun paese (foraggiando contemporaneamente spot televisivi con differente concetto di “parassita”…….).

Accade nel mondo “politico” come nel mondo “finanziario” (ammesso esista qualche differenza).

Ad esempio, il 99,9% degli risparmiatori italiani (ma anche europei in generale) pensa che l’insieme di regole e “leggi” che permettono ad un qualunque investimento di fregiarsi del pregiato “marchio di garanzia” di “autorizzato UE”, sia stato costruito per garantire all’investitore medio una “garanzia di sicurezza e professionalità”.

Una prima lettura di questo insieme di regole, confermato poi dai sempre pessimi risultati finali, dimostra invece come questo insieme sia l’esatto opposto di quanto “andrebbe fatto” se si volesse investire in un qualunque mercato, perché ti impone direttamente o indirettamente prima di “tirare ad indovinare sulla base dell’analisi tecnica”, poi di “rimanerci fermo ad oltranza nell’ottica del lungo periodo”.

Così prima si investe (“con autorizzazione”) nelle aziende più amiche della lobby, poi ci si rimane fermi in eterno, permettendo alla singola azienda della lobby di “mangiarci con stabilità (pagando tangenti per poterlo fare)” e alla banca di “congelare il rischio nel lungo periodo”, ossia “controllare i flussi” per lungo tempo.

Se poi l’azienda-amica, a forza di vivere di regalie anziché di imprenditorialità, entra in crisi, chi ci rimette è solo l’investitore, perché nel frattempo l’elite dirigenziale sia della singola azienda, sia della lobby (sempre ammesso che ci sia differenza tra le due…..), ha già spremuto utili da capogiro, “e passa ad altro”.

Per interrompere questo “circolo vizioso” esistono mille “soluzioni” proposte da mille soggetti differenti: 999 di queste soluzioni sono palesemente inutili allo stato pratico, ed infatti vengono proposte da 999 soggetti da sempre foraggiati da quella stessa elite che dicono di voler contrastare “legalmente”…… un po’ come accade in Val di Susa, dove con una banale azione legale internazionale si avrebbero mille possibilità in più di “venirne fuori”, ma tutti preferiscono andare in gita-premio a farsi fotografare mentre tirano sassate alle forze dell’ordine……

Premesso tutto questo, arriviamo al dunque: “le regole del buon investitore” inventate dalla lobby, servono solo a “congelarlo” senza permettergli di intuire che “andrebbe fatto l’esatto contrario”.

“L’esatto contrario” sarebbe investire piccole somme, per poco tempo e sui titoli “con prospettive reali di breve periodo”, situazione che, oltretutto, costringerebbe INTEL (esempio a caso perché “molto famosa”, ma vale ovviamente per tutte le aziende) a concentrarsi di più sull’evoluzione dei propri microprocessori anziché “addormentarsi sugli allori” delle mega-“commesse” ottenute con l’intervento diretto o indiretto della lobby……

Le banche della lobby, anche ove lo desiderassero, non sarebbero comunque in grado di seguire da un giorno a quell’altro questa strategia, poiché strutturate al 99% sulla spremitura del cliente, anziché sui di lui investimenti: in altre parole, tutta la “piramide” è “piano per piano” strutturata su altre “mansioni”, e non saprebbe come convertirsi (non parliamo di “vendere noccioline allo stadio”, ma di iniziare ad investire con profitto in mille mercati internazionali…) su altre attività particolarmente professionali per seguire adeguatamente gli interessi di milioni di soggetti oltretutto a quel punto “pretenziosi”……

Non che manchi lo spazio “per guadagnarci tutti”: se da sempre riesci a spremere “cento” mentre stai facendo perdere “mille”, figurati se non riuscirai a guadagnare (a quel punto, finalmente, meritatamente) “duecento” su chi stai facendo guadagnare “duemila”…..

Manca la volontà.

E poiché nel mondo finanziario nessuno, a parte noi, “regala niente”, la “volontà” è sempre e comunque la diretta conseguenza della “necessità”: per ora non è mai stato necessario per costoro “investire bene” perché “tanto nessuno ce la fa pagare” (=”cambio banca finché non trovo uno che ci sappia fare”), quindi nessuno “si è mai posto il problema”, perché “costa molto meno” travestire da “pirata assassino” una mosca bianca piuttosto che adattarsi ad un nuovo mondo chiamato “meritocrazia”.

E quindi “il finale”: “uno su mille ce la fa”….. ma ad una certa età preferisce girare il mondo anziché lottare contro i mulini a vento…. E se qualcuno “ne sentisse veramente la mancanza”, non andrebbe certo contemporaneamente a supplicare una banca salvata per l’ennesima volta da un Mario Monti qualunque “per farsi inchiappettare per la millesima volta” sul 95% del proprio capitale…..