giovedì 30 dicembre 2010

La corsa all'energia. I Paesi confinanti credono sempre più nell’atomo

 
La corsa all'energia. I Paesi confinanti credono sempre più nell’atomo"del Dr.Franco Battaglia
Notizia fresca di giornata: gli svizzeri progettano due nuove centrali nucleari. Ne hanno già cinque ma, lungimiranti come sono, ne vogliono una ogni milione di abitanti, per garantirsi maggiore sicurezza di approvvigionamento energetico. Che è il vero problema del prossimo futuro.
 E da noi che si fa? In politica energetica questo governo sta facendo bene, ma non è facile: bisogna recuperare un quarto di secolo di letargo, durante il quale non solo si è dormito, ma si è permesso anche che popolo ed opinione pubblica cadessero nello stato ipnotico indotto dall'illusionismo ambientalista.
Il quale a cadenza fissa non fa mancare proposte fantasiose e bizzarre, spesso condensate in uno slogan, molto sexy e non meno bizzarro. Non so se rammentate, ma otto anni fa erano tutti eccitati per l'idrogeno, col Corsera che andò addirittura in orgasmo titolando in prima pagina: «Energia dall'acqua!». Né potete aver dimenticato quando Prodi sentenziò che «la prima fonte d'energia è il risparmio». Già: come la dieta è la prima fonte di nutrimento. Per altri ancora, il massimo della goduria si raggiunge quando «si coniuga (sic) - risparmio con efficienza», con ciò manifestando piacere nel coltivare anche stravaganze lessicali. L'efficienza energetica è un'ottima cosa, ma inevitabilmente comporta aumenti dei consumi d'energia, cioè aggrava il problema della necessità di approvvigionarsi d'energia.
La bomba sexy di questi tempi pare sia la parola mix. L'idea fissa è questa: ogni tecnologia disponibile deve contribuire alla produzione elettrica. La parola suona anche democratica e ciò forse spiega com'è che, ancorché piccola e innocente, o forse proprio per questo, vadano tutti matti per essa. Siccome penso che sia cruciale raffreddare gli animi, mi appresto a farlo, anche se qualcuno dovesse rimanerne deluso.
Bisogna comprendere che nella produzione elettrica alcune tecnologie devono essere ignorate, per la semplice doppia ragione che sono un fallimento tecnico ed economico. Principe di queste è il fotovoltaico: dimostrarne il fallimento economico è un gioco da ragazzi. Vorremmo, dunque, che esso partecipi al mix energetico. Quanto? Manteniamoci bassi: 1%. Il che significa che dei 40 GW (gigawatt) elettrici che consumiamo, 0.4 vorremmo produrli col fotovoltaico. Allo scopo, dovremmo installare 4 GW di pannelli e impegnare 25 miliardi. Ma con questa cifra si installano 12 GW nucleari, che producono 10 GW elettrici, pari al 25% del nostro fabbisogno. Vedete bene che un contributo del fotovoltaico anche del solo 1% al mix energetico sarebbe per l'economia un tale crollo da risultare arduo poi ricomporla.
Dimostrare il fallimento della tecnologia è invece un gioco da bambini: 100 GW fotovoltaici consentirebbero la chiusura di anche 1 solo gigawatt, che so, a carbone? Oppure, eviterebbero l'installazione di 1 GW nucleare? No, perché gli impianti fotovoltaici è come se non ci fossero quando non sono baciati dal sole, cosa che accade dal tramonto all'alba, sempre, e dall'alba al tramonto se è nuvolo o se i pannelli sono sommersi dalla neve. Insomma, installare impianti fotovoltaici è assolutamente ininfluente. Il che spiega perché gli svizzeri installano reattori nucleari e non tetti fotovoltaici.

Nel mix vanno allora incluse solo le tecnologie che funzionano: idroelettrico, nucleare, carbone e gas, con porzioni che dipendono da diversi fattori e che variano da Paese a Paese. In generale, però, tre sono i criteri consolidati cui attenersi. Primo, proibire fotovoltaico ed eolico. Secondo, compatibilmente con l'orografia locale, massimizzare la quota di idroelettrico. Terzo, ripartire il restante fabbisogno tra nucleare per soddisfare la richiesta di base, carbone per soddisfare la richiesta superiore a quella di base ma pur sempre nella norma, e gas per aiutare l'idroelettrico a soddisfare la richiesta di picco.
Noi dovremmo allora soddisfare il 50% col nucleare, il 30% col carbone, il 10-15% con l'idroelettrico, il 5-10% col gas. Dovremmo insomma avere 30 reattori nucleari, raddoppiare gli impianti a carbone e chiudere molti di quelli a gas. Insomma, bisognerebbe fare esattamente il contrario di quel che abbiamo fatto finora grazie ai Prodi Verdi. Non a caso la bolletta elettrica italiana è, con tasse o senza tasse, la più alta al mondo.

Da gennaio le tradizionali buste della spesa saranno sostituite da quelle eco compatibili

 
Da gennaio le tradizionali buste della spesa saranno sostituite da quelle eco compatibili"Dr.Franco Battaglia
  Da gennaio le tradizionali buste della spesa saranno sostituite da quelle eco compatibili: per gli ambientalisti sono riutilizzabili e inquinano meno. Eppure per sbugiardarli basta poco: una piccola bottiglia per esempio...
Mi propongo ministro all'Ambiente. E, per essere sicuro di non essere preso sul serio, con un unico punto in programma: chiudere il ministero omonimo. E chiudere, con esso, gli assessorati all'Ambiente di comuni, province e regioni. Centinaia di strutture che sono pleonastiche, se ci va bene. Ma troppo sovente ci va male, e così troppo sovente sono, quelle strutture, dannose. Ove c'è qualcuno che vorrebbe avviare un'attività produttiva, ecco che ti piomba il ministero o, come vuole il caso, l'assessorato, dell'Ambiente col preciso compito di renderla improduttiva. Accanto alle attività primarie, secondarie e terziarie (agricoltura, industria e servizi) cui la maggior parte di noi è dedita, vi sono le «attività quaternarie», il cui obbiettivo è uno solo: distruggere tutte le altre attività.
Orbene, a differenza di tutti gli altri, che cercano di regolare attività produttive, i ministeri e assessorati all'Ambiente esistono per regolare le «attività quaternarie». La molla ufficiale delle loro azioni sarebbe la difesa dell'ambiente, ma difficilmente esse hanno avuto qualche influenza positiva, anche minima, sull'ambiente. Le influenze negative, invece, si sprecano. La regola che seguono per decidere quale azione intraprendere è questa: per affrontare un problema - spesso presunto - trovare e perseguire tenacemente la soluzione - si fa per dire - che richieda il massimo dei costi col minimo dei risultati.
L'ultima che si sono inventata sarebbe di voler abolire le buste di plastica. Non chiedetemi quali, perché non l'ho capito.
 Quelle della spesa? Quelle del pattume? Non lo so, forse entrambe. Le associazioni ambientaliste tifano per le buste da spesa eco-compatibili perché sono riutilizzabili. Chissà mai perché non si possano riutilizzare quelle di plastica. E quanto alle buste per il pattume, una volta nell'inceneritore, quelle di plastica fanno la stessa fine di quelle ecologiche o presunte tali. Ammesso e non concesso che la fine che fanno le prime sia dannosa e che sia virtuosa la fine che fanno le seconde, quel che manca in queste proposte è la cognizione delle dimensioni dei problemi, in questo caso infime. In un sacco di 5 kg di pattume che va a finire nell'inceneritore, il sacco medesimo peserà - quanto? - 30 grammi. Una sola bottiglia in Pet dentro quel sacco vanificherebbe ogni sforzo a sostituire il contenitore non-eco (o presunto tale) con uno eco (o presunto tale). Insomma, possiamo dire che queste buste (presunte) eco sono quella cosa che con la quale o senza la quale si rimane tali e quali.
Ci dicono che anche le bottiglie andrebbero sostituite. Non le vogliono di Pet ma di Pla. Entrambi polimeri, ottenuti dal petrolio il primo e da un processo agricolo il secondo. Ma siccome l'ignoranza ambientalista ha deciso che l'agricoltura è natura e che tutto ciò che è natura è buono per definizione, allora viva il Pla e abbasso il Pet. Se ci pensiamo bene, invece, non solo l'agricoltura non è natura, ma è il petrolio ad essere natura. Inoltre, non è neanche vero che tutto ciò che è natura è buono per definizione: anzi, di solito succede il contrario. L'agricoltura è una delle più fantastiche conquiste dell'ingegno umano, senza il quale alcun prodotto agricolo neanche esisterebbe. E il petrolio è una delle più fetide schifezze mai prodotte da madre natura, che solo l'ingegno umano ha saputo elevare a preziosa risorsa, grazie alla chimica, che è una benedizione dell'umanità. Ma, come ben sappiamo, tutte le benedizioni per l'umanità sono avversate dagli ambientalisti, i quali hanno l'umanità in uggia. Quando oltre 25 anni fa nacquero in Germania i primi Verdi, cominciarono subito a far danni, imponendo il bando del Pet a favore del vetro. Il pregiudizio su Pet e vetro era la riciclabità di questo ma non di quello, mentre è vero quasi il contrario. Dal vetro riciclato si produce vetro scuro, di commerciabilità limitata; mentre il Pet può riciclarsi quasi all'infinito con fantastica versatilità (da poche bottiglie di cola si può produrre una maglietta di pile) e, grazie all'elevato potere calorifico, in un inceneritore produce energia evitando di bruciare gas o petrolio. E, a questo proposito, va detto che se per produrre 1000 bottiglie in Pet occorrono 100 litri di petrolio, per produrre le stesse in vetro di litri di petrolio ne occorrono 250.
 Non a caso i tedeschi, negli anni, hanno soppresso quel bando. Insomma, ad essere ambientalisti virtuosi si dovrebbe preferire il Pet al vetro, contrariamente ai consigli dei ministeri e degli assessorati all'ambiente. Meglio chiuderli.

Dr.Franco Battaglia