"Una comunità è ben organizzata se in primis facilita l'opera
dei suoi migliori elementi nei loro rispettivi settori, e poi riesce ad
utilizzarne i frutti a vantaggio della comunità stessa.
Per questo motivo, ciò che ha più importanza in una
invenzione, in un’idea, materiale o teorica che sia, è di gran lunga l'inventore
come uomo: è perciò prima e massima mansione ed interesse della comunità,
quella di agevolarlo e renderlo proficuo per la comunità stessa.
L'organizzazione della comunità deve quindi impegnarsi ad
elevare i geni dalla massa e a sottomettere la massa ai geni: per l'umanità la vera
benedizione non fu mai nella massa, bensì nei geni, che sono i veri benefattori
dell’umanità.
Ed è nell’interesse della comunità, e, per esteso, di tutta
l’umanità, garantire loro la dovuta autorità per agevolarne l'attività.
Evidentemente non si persegue questo interesse, e il
conseguente benessere, lasciando dirigere agli inadatti e agli incapaci, ma
solo concedendo il comando a quelli che hanno avuto in dono dalla Natura
particolari facoltà.
Purtroppo i geni sono pochissimi, gli incapaci moltissimi,
quindi il fuoco dell’invidia ha portato la comunità a privilegiare il principio
dell'importanza determinante della maggioranza rispetto al genio dei pochi, a
sostituire con la quantità della massa la qualità della personalità
individuale.
Così è nato il marxismo, che storicamente, per i principi di
cui sopra, non è mai riuscito, in nessun posto e in nessuna occasione, né a
creare dal nulla una civiltà o una economia prospera, né a far evolvere secondo
i propri principi della mediocrità quelle preesistenti di cui si è appropriato
con le armi."