sabato 23 ottobre 2010

Lezione di chitarra..............................

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Tateyama Japan
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By cham1020 at 2010-10-23
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Grazie a Napolitano, grazie a Silvio, grazie a San Gottardo


Da molti anni l’Italia sta dimostrando al mondo intero di essere l’unica democrazia nella quale decide tutto non la larga maggioranza, ma una piccola minoranza in via di estinzione, che proprio per questo motivo si aggrappa quindi disperatamente ai gangli vitali del potere/controllo (ovviamente quelli non eleggibili dal popolo).

In tutto il resto del mondo democratico, tranne che nello stivale, se la maggioranza bulgara del Parlamento (o comunque venga chiamata localmente la “casa delle decisioni”) e dei cittadini vuole una legge, non esiste che tale legge non sia, altrimenti è regime, ossia “potere in mano a pochi contro il volere di tanti”, e come tale va combattuto, anche a costo di una guerra civile dei “tanti” contro i “pochi” per riprendersi la propria nazione.

Secondo molti studiosi, il primo passo verso una guerra civile di questa natura, in uno stato moderno, è la “fuoriuscita di capitali/investimenti”, poiché moltissimi imprenditori sono pronti al “rischio d’impresa”, moltissimi investitori al “rischio d’investimento”, quasi nessuno al rischio di vedere vanificati anni e anni di sforzi da 5 minuti di invidia schiumosa di quattro gatti con la terza media, ma col potere decisionale in mano.

Godono i paesi democratici vicini, dove tali capitali vengono trasferiti e investiti secondo regole magari scomode, ma perlomeno certe, decise da maggioranze istruite e inattaccabili da minoranze scarsamente scolarizzate (che esistono ovunque, che vengono rispettate ovunque, ma che ovviamente non decidono nulla ovunque, tranne che in Italia).

Piangono di conseguenza i governati dalla minoranza, sia amici sia nemici della minoranza stessa, poiché inizia una crisi economica da mancanza di capitali freschi, che sfocia in una inevitabile perdita di posti di lavoro, “servizi”, “welfare” e via così.

Una gran pacchia per comunisti e sindacati, ma solo “temporanea”.

Perché anche al più cretino di tutti, quando si prospetta la possibilità di dover andare a lavare i vetri ai semafori in un paese del terzo mondo, qualche neurone improvvisamente si risveglia dal lungo sonno.

Per questo motivo, da gestore per banche svizzere, vorrei ringraziare vivamente Napolitano per aver fatto un altro passo in questa direzione, e Berlusconi per non aver fatto nulla per porre un freno a questa deriva.



E vorrei ringraziare anche San Gottardo, il protettore dei tunnel.

Perché nel momento in cui (speriamo dopo che Napolitano e Berlusconi mi hanno fatto diventare molto, molto ricco), qualche teutonico imprenditore si accorgerà che un investimento triplo di quello previsto per il Ponte sullo Stretto verrà completamente vanificato dalla scarsa scolarizzazione di chi gestisce il tratto “da Chiasso sud in giù”, gli italici resistenti al regime dei pochi (pochissimi), potrebbero iniziare ad usufruire non solo della solidarietà nord europea, ma anche di qualcosa di più “pratico”.

Magari una nuova calata gotica.