Altra risposta “multipla”: la maggioranza bulgara degli
obiettivi (ed “accessori” interni ed esterni al corpo macchina) recentemente in
circolazione, sono stati progettati “pensando alle vecchie reflex 35mm”, era
quindi scontato che, almeno inizialmente, anche le nuove “macchine digitali” si
uniformassero a quella sorta di “standard”.
Per “copiare tale e quale” una reflex 35mm, il passo
“scontato” era per i progettisti quindi mantenere le stesse proporzioni nel
sensore digitale (e “dintorni strutturali”) rispetto alle vecchie “analogiche”,
ossia creare quel sistema che conosciamo come “full-frame digitale”.
Ma, per ora, un sensore così “grande” costa un’esagerazione
e “occupa molto spazio”, con conseguente “peso”, quindi è alla portata di
fotografi ricchi e palestrati (dopo tanti anni di “nuove tecnologie”, non si
riesce ancora a produrre una buona “full frame” che costi meno di 2.000 euro
“solo corpo”, e che possa essere trasportata e utilizzata con “comodità”…… per
cui viene spesso “lasciata a casa” a favore di una “scadente” seconda scelta
“da taschino”…. Magari anche solo, sigh, un i-phone…………………………..).
Se si voleva rendere “universale” l’utilizzo del digitale,
occorreva quindi ridurre “spazi” e “pesi” (quindi “costi”), soluzione
praticabile solo nei limiti della “sensibilità tecnologica” del sensore, che
più si “restringe” e “peggio lavora” (a parità di tecnologia di
costruzione/produzione utilizzata).
E così è emerso un secondo “standard”, conosciuto come
“aps-c”, sufficientemente “ridotto” nell’ingombro e nei costi da rendere
avvicinabile la fotografia digitale a quasi tutto il potenziale pubblico
amatoriale, senza però rinunciare a “troppa qualità”.
Ma nemmeno questo standard ha avuto il successo sperato, secondo
gli “esperti di marketing” a causa dell’ancora eccessiva “monumentalità” degli
oggetti finali, e alla contemporanea non-schiacciante supremazia qualitativa
rispetto ad altri “concorrenti” di nuova generazione, come i “telefonini”, la
cui doppia funzionalità gioca un ruolo determinante nella “visione” che il
grande pubblico ha dei “costi” e della “portabilità” dei due oggetti.
A questo punto dell’evoluzione della fotografia digitale, quindi,
i “colossi” del mondo industriale fotografico hanno iniziato ad intraprendere
differenti “strade evolutive” alla caccia del miglior compromesso
“miniaturizzazione/qualità superiore ai telefonini”: l’introduzione della
tecnologia “CMOS retroilluminata” nei sensori, ha portato alla costruzione di
“oggetti” addirittura “da taschino”, ma contemporaneamente dotati di buona
parte delle “meraviglie” di una “reflex monumentale” e di una qualità al di
fuori della portata degli i-phone, garantendo “prospettive di vita” ad un
settore che sembrava sempre più in crisi.
Ora che con le fotocamere genericamente conosciute come
“mirrorless”, il pubblico può avere nel taschino qualcosa di spesso più
piccolo, “comodo” e “performante” di un i-phone5, la sfida per il futuro è
quella di rendere questi “oggettini” il più “inavvicinabili” possibile per
Apple sia dal punto di vista delle “meraviglie” ereditate dalle “monumentali
reflex”, sia e soprattutto da quello della “qualità”, sperando che lo “scopo
fotografico” delle nuove generazioni non si fermi al postare su Facebook una
640x480 del pirla ubriaco di turno……..
Con questa “prospettiva futura”, sembra che dalla
collaborazione dei due colossi Panasonic e Fuji sia nato in laboratorio un
fenomenale prototipo di “sensore organico” studiato appositamente per “starci
bene” (soprattutto dimensionalmente) in un oggetto “da taschino” come le suddette
“mirrorless” progettate e commercializzate (discretamente) dai due colossi.
Tale prototipo utilizzerebbe un substrato organico
realizzato in posizione intermedia tra il CMOS “tradizionale (ma “più stretto”)
e la “fonte di luce esterna”, una “trovata” rivoluzionaria che, si dice,
garantirebbe ad un “piccolissimo sensore da mirrorless” di “ridicolizzare (e anche
di più)” sia in banda dinamica, sia in “rumore recuperato agli alti ISO”,
l’attuale migliore sensore full frame esistente sul mercato, quello della Nikon
D800…………………. Anni luce dall’i-phone5……….
La concorrenza ribatte che si tratta di vedere “quanta acqua
passa sotto i ponti” tra un “sensore prototipo sperimentale” prodotto singolarmente
in laboratorio, e quello “finale” prodotto su larga scala, ma è evidente che il
futuro ha preso definitivamente la direzione di un utilizzo come fermacarte
delle attuali migliori reflex full-frame.