mercoledì 11 febbraio 2009

Eluana Englaro.

Morire di fame e di sete in un paese delle banane.

Febbraio 9, 2009 - 16:31

Inizialmente avevamo deciso di non parlarne per rispetto a chi queste assurde decisioni le deve vivere sulla propria pelle.

Oggi la notizia che secondo il medico ci vorranno una decina di giorni per permettere ad Eluana di morire ci ha fatto comprendere che nel paese delle “banane” non vi è limite al peggio.

Colpo di scena: la procura di Udine e la regione Friuli Venezia Giulia hanno avviato gli accertamenti sulle presunte irregolarità rilevate alla clinica La Quiete, che non sarebbe confacente all’ordinanza con la quale i giudici di Milano hanno concesso a Eluana il “diritto” di morire di fame e di sete.

Si è letto di tutto, tra i fautori della vita ad oltranza ai favorevoli alla sentenza, dal padre che invita Berlusconi e Napolitano ad andare a vedere in che stato si trova la figlia, a chi grida allo scontro istituzionale.


Nel frattempo si fa morire di fame e di sete una persona, con i medici che garantiscono che non sentirà dolore alcuno ma che al contempo somministrano farmaci per alleviare eventuali sofferenze.

L’ Italia è fuori di dubbio allo sbando quasi in ogni campo.

Seguendo i TG serali del bel paese si ha sovente l’impressione che si parli di un paese lontanissimo, dove l’occupazione principale è la raccolta delle banane e la corruzione dei politici.

A pochi chilometri da noi c’è quello che pare il secondo mondo d’Europa, per non dire il terzo.

Un paese dove basta che la nazionale di calcio vinca e poi tutto va bene.

Non voglio giudicare se sia giusto o sbagliato decidere di sospendere le cure ad una persona in coma da 17 anni, anche se la trasmissione di settimana scorsa “Controluce” con la presenza in studio di una oncologa malata di cancro mi ha veramente colpito su quanto possa essere preziosa la vita dei malati - e qui ringrazio Fazioli che sa regalarci una TV di eccelsa qualità, che sa con maestria e professionalità farci vivere i drammi di altri come se sfiorassero la nostra pelle.

Morire di fame e di sete, una scelta che nemmeno per un animale sarebbe tollerabile, nemmeno per il pesce rosso di casa confinato in una boccia di vetro.


Per una persona è legittimo, lo ha sancito la legge, per una persona indifesa e incapace di intendere e volere in coma da 17 anni è umano lasciare che si spenga in una decina di lunghissimi giorni, dove il corpo vivrà un’agonia da astinenza da liquidi e alimenti.


Povera Italia, paese martoriato da mille e mille problemi, da intercettati e indagati, da collusi con la mafia da politici interessati unicamente al proprio borsellino piuttosto che al benessere delle persone, in questo paese che fu culla del mondo, che ha regalato al mondo geni ed artisti inimitabili è lecito lasciar morire di fame e di sete una persona.


Il mio cane non farà mai una fine simile.