giovedì 2 dicembre 2010

Minoranze e minorati

Tanti anni fa un torinese “purosangue” venne a Bologna a trovare alcuni amici, tra i quali il sottoscritto, soggiornando per un paio di giorni in un appartamento adiacente piazza Azzarita, dove sorge lo storico palazzo dello sport di Bologna.

Alcuni di noi lo trascurarono molto poiché “quella domenica c’era il derby”, che a quei tempi, come ebbe modo di verificare lui stesso dal balcone, era per la minoranza fortitudina della città “sacro” più che per lui, torinista, quello con la Juve.

Alla sera si complimentò, nonostante la sconfitta, con noi teppisti fortitudo, poiché, al contrario di quanto fino al giorno prima aveva pensato, eravamo più numerosi e organizzati degli odiati cugini.

La sua convinzione sul “numero” era basata su 3 constatazioni oggettive, effettuate da quel balcone: “prima di entrare al palazzo”, si sentivano solo cori Fortitudo, durante la partita si sentivano quasi solo cori Fortitudo, all’uscita, nonostante la meritatissima sconfitta, si sentivano solo coro Fortitudo.

Rimase letteralmente sconvolto quando lo informammo che quel giorno “giocava in casa la virtus”, quindi, causa 90% di posti occupati da abbonati, prima, durante e dopo i fortitudini erano stati circa 500 sui 7.000 presenti all’evento.

Di fronte ad una quasi identica situazione hanno avuto un quasi identico stupore gli esperti di una società britannica specializzata nel “verificare il sentiment della popolazione”: utilizzando i parametri di tutte le altre indagini dello stesso tipo in tutto il resto dell’europa e del nord america, quasi 3 anni fa erano arrivati alla conclusione che alle imminenti, ultime elezioni politiche italiane, Silvio Berlusconi sarebbe stato travolto da un’ondata di sdegno popolare senza precedenti, che avrebbe di lì a poco portato al “distacco percentuale” di gran lunga più marcato della storia italiana.

Lo gridava il popolo, lo gridavano tutti i media.

E distacco record infatti è stato, ma esattamente opposto a quello previsto.

L’errore degli esperti d’oltremanica è stato quello commesso dal nostro amico torinese e torinista: “fermarsi al casino”, all’apparenza, senza andare a verificare nulla di persona.

A questo errore gli inglesi ne hanno aggiunto uno nuovo, quello di pensare che il popolo italiano fosse anche solo lontanamente paragonabile a quello svizzero, tedesco o britannico, ossia caratterizzato da un alto livello scolastico e permeato di una cultura democratica dalle profonde radici.

Un popolo, per fare un esempio, come quello elvetico: quando si è trattato di decidere se affrontare lo storico “sdoppiamento” del traforo del San Gottardo, che già ora ha superato ampiamente la spesa prevista per il Ponte sullo Stretto, gli svizzeri si sono divisi in una maggioranza bulgara a favore, e una piccola minoranza fermamente contraria.

Quest’ultima, verificato di essere tale (e in progressivo calo), come democrazia comanda si è rassegnata al volere della stragrande maggioranza, portando solo qualche (giustissima) richiesta pro-miglioramento alle autorità preposte.

In Italia in questi giorni gli stessi organizzatori dei cortei anti-Gelmini ammettono candidamente che non riusciranno mai a portare in piazza più del 10% degli studenti universitari e dei “docenti/ricercatori/vattelappesca” vari.

Eppure sia loro sia tutti i mezzi di informazione sono convinti “che vinceranno”, perché sia nelle piazze sia nei media “si sentono solo loro” (come noi teppisti Fortitudo nei vecchi derby) quando urlano “Silvio ci sta stuprando con la sua legge di m****”….. e ci mancherebbe anche che “stuprasse” la maggioranza bulgara degli italiani per compiacere una minoranza di minorati……..