giovedì 17 dicembre 2009

Un coglione per coglioni

Il Travaglio di Marco, condannato in Cassazione

Giovedí 22.10.2009 14:25

Marco Travaglio
Marco Travaglio
Marco Travaglio e la Garzanti libri spa dovranno risarcire in solido con 5mila euro l'ex giudice Filippo Verde per i danni subiti in relazione al contenuto diffamatorio di un brano del libro 'Il manuale del perfetto inquisito', scritto dal giornalista, nel quale si affermava che Verde era stato "piu' volte inquisito e condannato", mentre l'ex giudice non ha mai riportato alcuna condanna definitiva e, in un caso, e' stata dichiarata la prescrizione di un reato a lui addebitato.

IL RISARCIMENTO PARI A 5MILA EURO - La terza sezione civile della Cassazione ha infatti confermato la sentenza della Corte d'appello di Torino che aveva disposto il risarcimento in favore di Verde, seppure con una somma molto esigua - 5mila euro, appunto, e il rimborso delle spese - a quella da lui richiesta (500 milioni delle vecchie lire).

CORRELAZIONE TRA FATTO E NOTIZIA - La Suprema Corte ha rigettato tutti i ricorsi, e nella sentenza n.22190, ribadisce come "soltanto la correlazione rigorosa tra fatto e notizia di esso soddisfa all'interesse pubblico dell'informazione, che e' la ratio dell'articolo 21 della Costituzione, di cui il diritto di cronaca e' estrinsecazione: il potere-dovere di raccontare e diffondare a mezzo stampa notizie e commenti, quale essenziale estrinsecazione del diritto di liberta' di informazione e di pensiero, incontra limiti in altri diritti e interessi fondamentali della persona, come l'onore e la reputazione" e, in materia di cronaca giudiziaria, "deve confrontarsi con il presidio costituzionale della presunzione di non colpevolezza". La verita' di una notizia "mutuata da un provvedimento giudiziario - ricordano i giudici di piazza Cavour - sussiste ogniqualvolta essa sia fedele al contenuto del provvedimento stesso, senza alterazioni o travisamenti di sorta, dovendo il limite della verita' essere restrittivamente inteso".

ESCLUSA L'ESIMENTE DEL DIRITTO DI CRONACA - Per questo, l'esimente "anche putativa del diritto di cronaca giudiziaria" prevista dall'articolo 51 c.p. va "esclusa - si legge ancora nella sentenza - allorche' manchi la necessaria correlazione tra il fatto narrato e quello accaduto, il quale implica l'assolvimento dell'obbligo di verifica della notizia e, quindi, l'assoluto rispetto del limite interno della verita' oggettiva di quanto esposto, nonche' il rigoroso obbligo di rappresentare gli avvenimenti quali sono, senza alterazioni o travisamenti di sorta, risultando inaccettabili i valori sostitutivi, quale quello della verosimiglianza, in quanto il sacrificio della presunzione di innocenza richiede che non si esorbiti da cio' che e' strettamente necessario ai fini informativi".