venerdì 16 dicembre 2011

Quando c'erano solo le analogiche, ossia c'era solo la "pellicola", quest'ultima aveva un formato "universale" 24×36 mm, un buon compromesso tra tutte le "grandezze fotografiche".

Se si desiderava una qualità superiore, c'era il formato più grande (quindi minore ingrandimento in sede di stampa), il "6×6" = 6x6cm = 60×60 mm (o leggermente superiori), ma la qualità si pagava a caro prezzo sia in termini di soldoni, sia in termini di "trasportabilità".

Quando siamo stati pronti al digitale, abbiamo pensato fosse logico creare da subito nuovi sensori di formato corrispondente all'analogico, in modo da mantenere tutte le "grandezze fotografiche" (obbiettivi compresi), ma ci siamo inizialmente scontrati coi costi elevatissimi, fino praticamente ad oggi al di fuori della portata della maggioranza dei fotografi "normali".

Abbiamo inizato allora con un formato "ridotto" denominato "APS-C" (nome mutuato da un "formato ridotto" delle pellicole classiche dei tempi dell'analogico, che però non ebbe un gran successo) che divenne ben presto lo "standard "in attesa che calino i costi".

Dimensioni: 15.8x23mm



A forza di migliorare la qualità dei nuovi sensori, abbiamo ottenuto prodotti di notevole livello con prestazioni niente male, ma un sensore che è stato "ridotto" da 24x36 a 15.8x23 non può fare miracoli, poichè in un'area così "più piccola" o ci facevamo stare meno pixel, oppure li riducevamo di "spessore".

In ogni caso, perdevamo qualcosa.

Nel 2005 "ce l'abbiamo fatta": è uscita la Canon EOS 5D, la prima ad avere un 24x36, per questo definito "sensore full frame".


Un vantaggio (più virtuale che reale) di un APS-C "ridotto" rispetto al "full frame" intero, è quello che in molti chiamano "fattore di crop": l'APS-C "scatta" una porzione di immagine inferiore rispetto al full frame, quindi è come se "riflettesse" una porzione più piccola di "angolo di campo", quindi, indirettamente, è come se "si possedesse una lunghezza focale maggiore".

I formati ridotti Canon e Nikon "vedono" quindi "angoli di campo divisi per uno e mezzo circa", che è come dire che "moltiplicano per uno e mezzo le lunghezze focali": se il mio obiettivo è un 100mm, ottengo uno scatto "come quello di un 150mm ca".

Alcune macchine utilizzano un "sensore quattro terzi" che è leggermente più piccolo dell'APS-C: il "fattore di crop" in questo caso è "2".

Come sempre "il discorso vale anche in simmetrico": uno zoom "da combattimento" che nell'analogico "valeva" un 70-200mm, "vale" altrettanto nei nuovi full frame, ma diventa a tutti gli effetti un 105-300 circa nell'APS-C e un 140-400 circa nel quattro terzi.

"Ci guadagnamo" quindi alle lunghe focali, poichè "scattiamo" come se possedessimo obbiettivi più "alti", ma "ci perdiamo" alle corte focali, le quali, purtroppo, sono proprio gli oggetti che vengono a costare di più dal punto di vista tecnico-realizzativo: ad esempio, con un quattroterzi per "vedere" un normalissimo 24mm che rientrava in quasi tutti i corredi fotografici "analogici", dobbiamo montare un 12mm davanti alla nostra fotocamera.... e ricorderete tutti quanto costava un fish-eye.....