venerdì 16 dicembre 2011

Ottima domanda: perchè anche i full frame sono ancora distanti anni luce dalla "buona qualità"?


Quasi tutti i sensori in commercio, che siano CCD o CMOS, sono costruiti in "tecnologia Bayer", dal nome dello scienziato Bryce Bayer della Kodak, che la progettò nel 1976.

La "tecnica Bayer" prevede una matrice di sensori sensibili alla quantità di luce/fotoni, ma non al colore.

In altre parole, sono delle sottospecie di "sensori a soglia", nel senso che sono in grado di "ricordarsi" la quantità di fotoni raccolta fino al raggiungimento della saturazione.

Ma non possono ricordarsi il "colore".

Per fare questo, mettiamo davanti al sensore  un filtro, che "faccia passare" solo un certo colore e non gli altri: "quello che misura"  è quindi la "quantità di quello specifico colore".

Come sappiamo, non è necessario avere miliardi di colori=miliardi di filtri selezionatori, è sufficiente prendere i 3 colori primari rosso/verde/blu, ossia sono sufficienti solo 3 filtri.

Poichè l'occhio è più sensibile al verde, la matrice di Bayer prevede un 25% di pixel sensibili al rosso, un 25% al blu, e un 50% al verde, secondo il seguente schema:


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Partendo da questo schema, esiste un super-software che, interpolando, ricostruisce tutte le informazioni di tutti i punti/pixel derivandola da quelli adiacenti, ma, così facendo, perdiamo ovviamente moltissima "informazione-colore reale" spalmandoci dentro tantissima interpolazione.

Non solo: esiste anche la storia della frequenza di Nyquist, ossia i sensori, come tutti i sistemi di campionamento di natura digitale, possono riprodurre un’informazione che vari con una frequenza "meno della metà" della velocità di rilevamento, una cosa contorta che però ci dice che un sensore 6000x4000, bene che vada, ci restituisce 3000x2000 "righe/colonne di info".

Se proviamo a riprodurre "qualcosa di più" delle 3000 righe in orizzontale, otteniamo un "effetto-disturbo" per cui tutta l'informazione "sballa/sfarfalla"..... considerando che vorremmo una "foto fedele in intensità e colori".....

Per farla breve, per evitare questi "sballamenti" si pone davanti al sensore un filtro che riduca la risolvenza per poter evitare lo "sballamento", quindi stiamo ancora più distanti dai limiti teorici, intorno ai due terzi del valore nominale.


Il tutto per concludere che esistono molti limiti già "alla fonte" sull'informazione "reale", sulla quale poi lavorano mille e mille interpolazioni.

Il risultato finale è un disastro, facilmente verificabile "fotografando" oggetti minuscoli "di cui conosciamo le esatte dimensioni, proporzioni e sfumature di colore", come un testo formato da lettere note, dai contorni precisi e dai colori ben definiti, dove anche la benchè minima "sbavatura" è da noi riconoscibile "ad occhio" (magari previo "ingrandimento")..... ma, per ora, di più non possiamo proprio fare.....